Cantù e il «grazie di tutto, Manu»
È la vera emozione di Desio

Il grande ex è stato ospite d’eccezione della gara contro Reggio Emilia

«A un grande campione e a una grande persona, che lascia il basket giocato ma non i colori biancoblù. Grazie di tutto Manu!». Mai frase, o dedica, fu più azzeccata quale quella incisa sulla targa che la Pallacanestro Cantù ha voluto consegnare a Manuchar Markoishvili in occasione del “Manu-Day”.

Recapitatagli, la targa s’intende, brevi manu durante l’intervallo lungo dall’amministratore delegato Andrea Mauri e dal consulente tecnico Bruno Arrigoni. A metà campo, il gerogiano “canturino” dal 2009 al 2013 ha provato, imbarazzatissimo, a dire pubblicamente qualcosa al microfono, ma l’emozione ha avuto la meglio, sopraffacendolo. «Non mi sono preparato nulla, proverò a improvvisare - confessava al cronista poco prima della palla a due -. Tanto vedrete che non mi uscirà quasi nulla».

In realtà avrebbe poi detto che «nelle squadre in cui ho giocato a Cantù siamo sempre stati insieme e combattuto sempre tutti assieme».

Dopo l’esecuzione degli inni nazionali - e dunque prima del via - sia Reggio (la sua ultima squadra) sia Cantù (questa volta con il presidente Davide Marson e i due vice Sergio Paparelli e Angelo Passeri) gli avevano ciascuna consegnato una maglia ufficiale da gioco di questa stagione. Quella biancoverde recava inciso il suo nome e il numero 9.

Tributo anche da parte degli Eagles, con un omaggio a metà gara e uno striscione in curva con su scritto “...sono canturini, loro non mollano mai!”, tratto proprio da una citazione che a suo tempo fece lo stesso Markoishvili.

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