«Hartono in love. Budget più grande e voglia di serie A»

Il manager del Como Suwarso: «Lo stadio? Stiamo facendo i passi necessari»

Seduto sugli spalti del Sinigaglia, Mirwan Suwarso si guarda in giro con lo sguardo di uno soddisfatto. Non ha cariche nel Como, ma è forse l’uomo più importante di quelli transitati qui. Uomo di fiducia della famiglia Hartono, coordinatore di tutti i progetti, la persona a cui venne in mente di acquistare il Como. Accomodato su un seggiolino della tribuna centrale, pare felice di fare il punto della situazione, oro colato per noi così distanti dalla proprietà. E occhio, perché di notizie ce ne dà parecchie.

Buongiorno mister Suwarso. Soddisfatto della stagione?

Risposta difficile. È stato un campionato strano, con il problema dell’allenatore e poi le difficoltà legate al fatto di essere caduti in basso in classifica. Il voto direi che sarebbe: ingiudicabile. Non abbiamo potuto migliorare quanto avremmo voluto, ma, come si dice?, se non sei morto, puoi combattere.

Dopo due anni di stabilizzazione, la gente (peraltro sin qui soddisfatta) si aspetta un salto di qualità. O comunque un colpo deciso sull’acceleratore.

Ci sarà. Abbiamo aumentato il budget. Siamo partiti con 11 milioni, poi il secondo anno siamo saliti a 22, il prossimo anno contiamo di investire 32 milioni. Come sapete, per noi lo sviluppo della società è importante quanto il calcio giocato. Ma certo adesso vogliamo accelerare.

Quanto?

Avvicinarci alla serie A il primo anno e andare all’assalto il secondo anno. Poi, non è detto che uno ce la faccia. Ma diciamo che in due anni vorremmo riuscirci. Wise e Ludi stanno studiando le mosse. Poi di calcio non fatemi tanto parlare, perché non è la mia materia.

Ok, però serie A significa anche stadio. Ci può dire a che punto siamo?

Ribadiamo che siamo interessati a costruire lo stadio e che vogliamo farlo qui. Sapete che abbiamo avviato tre diversi studi di fattibilità. E sono stati condotti da gruppi specializzati, che hanno realizzato rispettivamente gli stadi del Tottenham, dell’Everton e dell’Ajax. Studieranno in base alla posizione, agli annessi, che tipo di struttura sarà logica. E che tipo di attività commerciali potrebbe contenere. Vogliamo che questo avvenga in collaborazione con il Comune, per cui questi piani saranno presentati a loro e poi lavoreremo insieme in modo collaborativo per garantire il miglior risultato possibile per la città. I tempi? Stiamo facendo tutto il possibile, creando una filiale dedicata dell’azienda, con uffici legali e così via. C’è molto denaro in gioco. E il mio posto di lavoro... (ride, ndr).

Capienza?

Lo stabiliranno questi studi. Sopra i 15mila. Poi si vedrà.

Come sta la famiglia Hartono? Come segue il Como?

I due fratelli, e le rispettive famiglie, sono più coinvolti che mai. All’inizio osservavano curiosi, e magari mi hanno anche dato del matto quando avevo proposto questa operazione (ride di nuovo, ndr). Adesso però che vedono i risultati, sono entusiasti. Ci hanno detto di andare avanti, di migliorare. Vedere che le aziende locali hanno partecipato al progetto, che c’è crescita, che c’è più gente allo stadio, che c’è una crescita di condivisione multimediale, li ha colpiti molto. Presto altri due figli verranno in visita a Como. Uno dei due è il figlio più grande, Victor.

Scusi la domanda: ma cosa potrebbe bloccare tutto ciò? I tifosi se lo chiedono con timore...

Se la crescita dovesse fermarsi, quello potrebbe essere un problema. Ma non ci sono segnali, anzi.

Avete in mente delle novità per il prossimo futuro?

Tante.

Cominciamo.

Innanzitutto entro pochi mesi realizzeremo l’acqua minerale e la birra del Calcio Como. E saremo la prima società di calcio che entra nel mondo del drink. Poi avremo novità in città e allo stadio.

Come?

Allo stadio vogliamo dare di più ai nostri spettatori. In diverse forme. Per esempio, per i tifosi occasionali, a quelli che vanno in tribuna, a quelli che vengono magari dall’estero, stiamo pensando a nuove forme di experience, magari legate al food. Ma non vogliamo dimenticare i nostri tifosi affezionati, quelli della curva. Spesso si sente che le società pensano più ai clienti che ai tifosi, ma non è il nostro caso. Una cosa interessante potrebbe essere quella di mettere dei benefit nel prezzo del biglietto di curva, magari un panino o una bevanda. I tifosi ci stanno dando molto.

E in città?

Apre in questi giorni lo store di piazza Duomo, che sarà dedicato a capi di abbigliamento che faranno riferimento nel loro design alle maglie da calcio. Lì si troveranno anche le maglie da gioco, ma poi tutto l’abbigliamento sportivo, lo troverete in un altro store, sempre in centro, che aprirà tra qualche settimana. Infine aprirà una Community Children, un punto di ritrovo per bambini e ragazzini sotto i 15 anni, dove potranno fare i compiti, imparare l’inglese e conoscere anche i giocatori (gratuito, ndr).

Ci spiega il senso della tournee in America?

Certo. Sapete il 30 per cento dei turisti che vengono a Como, da dove arriva? Dall’America. Laggiù sono innamorati del lago e di Como. Bene, era il momento di ricordare loro che a Como c’è anche una squadra di calcio. Ambiziosa e con una storia. E vedrete che i turisti americani aumenteranno allo stadio. Intanto le magliette che vendiamo all’estero, in gran parte vanno in America. Dobbiamo equiparare, nell’immaginario collettivo del turista, il luogo con la squadra di calcio. Quando mi chiedono quale sia il giocatore di calcio più impostante della squadra, io rispondo sempre: the lake.

Lei vede le partite?

Vi sembrerà strano o esagerato, ma ho smesso di guardarle il diretta perché soffro troppo. Mi succede anche con i combattimenti sul ring. Preferisco guardarli registrati. Ma le vedo tutte.

La squadra?

Ripeto, non è la mia materia. Però i giocatori di proprietà stanno aumentando ed è un segnale di radicamento del progetto. Abbiamo separato le diverse aree, quella sportiva, quella legata al commerciale, quella della charity, ora quella dello stadio, perché non vogliamo una struttura piramidale, ma strutture differenziate e parallele ma con un unico obiettivo. In questo siamo un esperimento interessante. Abbiamo inglobato alcuni nuovi manager, come Ryan Shelton, che viene dal mondo della Nascar. Continuiamo a strutturarci come società per essere pronti quando gli esami saranno più difficili.

E Mozzate?

Le società che stanno lavorando sullo stadio, stanno anche studiando il centro sportivo per capire come svilupparlo in base all’allargamento che abbiamo in progetto.

Siete soddisfatti di più dei progressi in campo o di quelli del brand?

Perché devo scegliere? Notiamo un incremento di interesse generale, le due cose vanno di pari passo. C’è più gente interessata ai nostri prodotti, ma anche più gente che compra il biglietto.

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