Lanini: «Dimostrerò quanto valgo
Il Como una botta di adrenalina»

L’ultimo arrivato in casa lariana sfiderà Gabrielloni e Ganz, tre punte per due maglie

È anche il ricordo di un’esperienza precedente nel Como poco fortunata ad aver riportato Eric Lanini ancora qui. Sono passati esattamente quattro anni, era il gennaio del 2016, e il Como in B era già praticamente designato alla retrocessione. Oggi è un altro mondo, per la squadra e per lui.

«E quella esperienza poco fortunata è stato uno spunto in più per tornare qui e provare a dimostrare davvero quello che valgo - confida -. Io stesso sono un giocatore diverso, con più esperienza, con un bagaglio più ricco, e con un grande bisogno di fare bene».

Nella sua vita è appena successo qualcosa di epocale: per la prima volta dopo tredici anni - ora lui sta per compierne ventisei - la Juve lo ha lasciato andare, cedendolo al Parma, «che ha investito tanto su di me, con un contratto di quattro anni e mezzo. Anche questa è una grande spinta, una botta di adrenalina notevole, arrivo qui veramente carico a mille, non vedo l’ora di cominciare».

Nella Juve è cresciuto dai Giovanissimi in su, poi tante esperienze diverse, ma sempre in prestito, legato alla casa madre. Ultima in ordine di tempo, quella con la squadra bianconera Under 23, «ma già quest’estate avrei voluto andare via. La stagione dell’anno scorso all’Imolese - diciotto gol totali, fino ad arrivare alle semifinali sia dei playoff che della Coppa Italia - mi aveva aperto diverse opportunità. Non ho vissuto felicemente questi sei mesi, cercavo una strada diversa. E sono felice di averla trovata qui. Ho incontrato già il ds Ludi, mister Banchini, e alcuni compagni che conoscevo, mi hanno spiegato il progetto, mi sembra l’ideale per poter fare bene. L’ambiente l’avevo già conosciuto, ed ero stato benissimo, risultati a parte».

Lanini ha giocato con Bellemo al Padova, con Crescenzi al Vicenza, e con Ganz nel Como. E ha anche vissuto la sua parte di situazioni difficili, «“fallimento del Lanciano, fallimento del Vicenza... finalmente l’anno scorso a Imola ho trovato un ambiente che ha saputo darmi tranquillità e valorizzarmi. Credo possa essere lo stesso qui, anche se si tratta di pochi mesi. Ma per me sono importantissimi».

Ha scelto la maglia numero 32, ha cominciato ieri a lavorare con i nuovi compagni. Non va in campo da oltre un mese, perché la sua volontà di andare era già chiara. Ma alla Juve under 23 ha comunque lasciato un regalo di tre gol, «e in queste settimane mi sono sempre allenato, anche con la prima squadra. Mi sento pronto, soprattutto mentalmente».

L’idea dell’attacco a due è la sua preferita, «mi sono anche adattato a giocare da esterno, l’ho fatto anche nell’ultimo periodo con il Como, quando c’era Cuoghi. Ma a me piace giocare a due, sia con un attaccante di peso che con uno più mobile».

Del resto, diciotto gol in una stagione arrivano se si gioca lì davanti, «e soprattutto arrivano se si gioca, se si sta in campo con continuità». Adesso inizia la sfida a tre, con Gabrielloni e Ganz, per le due maglie. Perché Lanini non è venuto qui per stare a guardare.

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