Giro d’Italia, la beffa a Gravedona

Il Comune fa deviare la corsa sul lungolago ma la diretta tv si interrompe proprio in quel momento

Strade rosa, fra Alto Lario e Porlezzese, ieri, per il passaggio del Giro d’Italia. Tanto entusiasmo, ma anche tanto rammarico a Gravedona, dove l’Amministrazione comunale era riuscita a deviare il percorso di tappa sul lungolago.

«Siamo riusciti a mostrare al Giro la parte più bella del nostro paese - aveva annunciato il vicesindaco, Cesare Soldarelli - . L’opportunità ci è stata offerta dal fatto che la Salice occhiali (la titolare, Anna Salice, è presidente del consiglio comunale di Gravedona ed Uniti, ndr) è uno sponsor della corsa a tappe. E così il passaggio di una manifestazione sportiva tra le più importanti in ambito nazionale potrà rivestire anche un ruolo turistico».

Da Palazzo Gallio i ciclisti sono scesi a lago percorrendo in senso inverso il tragitto normalmente consentito alle auto e, tra due ali di folla festanti, sono sfilati su lungolago fino alla rotonda di piazza Trieste, per poi risalire sulla statale sbucando all’incrocio semaforico. Ma la Rai ha snobbato Gravedona: le immagini della corsa si sono interrotte per la pubblicità proprio all’uscita di Domaso e sono riprese quando i tre battistrada e anche il gruppo erano ormai a Consiglio di Rumo.

Un’autentica beffa. Per il resto, il lago ha onorato il passaggio della corsa fin da Sorico: Ponte del Passo e piazza Battisti erano addobbati di rosa, con striscioni, palloncini e curiose coreografie ovunque; i bambini della scuola dell’infanzia si sono trattenuti sul piazzale dell’edificio scolastico per salutare i corridori con uno striscione.

Tanta gente ha accolto i corridori a Menaggio, dove era previsto un traguardo volante, e un numero ancora maggiore di appassionati ha atteso i corridori lungo la salita verso Croce, dove è avvenuta una certa selezione.

Nulla da fare, in termini di immagine, anche per La Rosa Blu, la residenza per disabili in fase di ultimazione a Grandola: il saluto al Giro con una vistosa scritta e bici stilizzata che campeggiavano sul tetto piatto della struttura è stato snobbato dalla troupe dell’elicottero, che peraltro ha regalato ai telespettatori immagini davvero suggestive di Lario e Ceresio.

Telecronista e commentatori, da parte loro, non hanno evitato qualche gaffe: la riserva Pian di Spagna è diventata “Piano di Spagna” e Mezzola è diventato “Mèzzola”; si sono però rifatti alle porte della Valsolda, quando hanno ricordato Fogazzaro e il Piccolo mondo antico.

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