Il Como più bello fa guardare in alto

Serie B A Cittadella gioco, gol e scelte ok tra l’altro nella giornata in cui erano assenti tre pezzi da novanta Dopo tre vittorie di fila c’è chi pensa che la squadra possa inserirsi al vertice. Ora due gare in quatto giorni

Tre vittorie nelle ultime tre giornate. Nessuno ha fatto come il Como in serie B in questo mese di settembre. I numeri parlano chiaro, da tutti i punti di vista. Due vittorie consecutive in trasferta, e in questo stesso periodo la squadra di Longo è anche stata quella con la differenza reti migliore: sei gol segnati, e uno solo subìto.

Dimensione

Ma anche allargandosi a tutto quello che è accaduto sin dall’inizio, essere a quattro punti dalla vetta con una partita ancora da recuperare è un dato che pone questo Como in una dimensione sin da subito diversa da quella delle annate precedenti, in un campionato che già dalle prime battute sembra anche meno equilibrato, quantomeno di quello dell’anno scorso.

Nella vittoria di Cittadella non ci sono solo numeri. Quelli sono fondamentali, ovvio, ma la vera analisi importante è legata alla qualità della prestazione del Como. Di squadra e individuale. Se dopo la partita con la Ternana da salvare c’era solo la caparbietà con cui si è cercata e ottenuta la rimonta in pochi minuti, stavolta è stato tutto un altro discorso. E perdipiù contro una squadra che era partita molto meglio di quella di Lucarelli.

Del Como di domenica è piaciuto veramente tutto. Senza nulla togliere a chi stavolta non c’era, o non è partito dall’inizio - e parliamo di giocatori come Kone, Chajia, Cerri, mica robetta -, si è vista in campo una squadra che ha saputo avere tutto quello che serve, dall’inizio alla fine. Solidità, compattezza, personalità. E tanta qualità. Un insieme che non ha avuto falle, e che ha dato a ciascuno la possibilità di esprimersi al meglio.

Se questo debba “costringere” Longo a cambiare qualche piano tattico iniziale lo capiremo strada facendo. Ma non si può non sottolineare quanto sia giovato a Cutrone giocare da punta centrale con l’assistenza ai fianchi di Verdi e di Da Cunha. E poi, l’importanza che può avere il gioco sulle fasce di Ioannou, un gol e un assist, come di Iovine. Cose che contro la Ternana per vari motivi non si erano viste.

Ha funzionato benissimo la coppia Abildgaard-Bellemo. Il che non significa mettere in discussione per esempio le qualità di Kone, ogni partita andrà poi letta e interpretata in modo diverso. Però a Cittadella si è davvero vista un’orchestra perfettamente funzionante. Che ha anche ribadito il valore delle individualità, confermando come con questa rosa si possono davvero mettere nel mirino traguardi importanti.

Particolare

C’è un altro particolare, che fa bene soprattutto sul piano psicologico. Con tre partite da giocare in una settimana (ora Samp e Bari a chiudere il trittico, poi Cremonese e Parma ), difficili tutte e tre, vincere la prima può dare veramente una carica e una consapevolezza diverse. E il Como in qualche modo, nonostante i due successi precedenti, ne aveva bisogno. C’è chi parla ora, non a Como, di possibile candidatura alla corsa per la serie A, ed è oggettivamente troppo presto oltre che fuori luogo per una società e una squadra che non ha mai accennato a questo tipo di traguardo. Certo dopo una prova del genere, e con questi numeri a supporto, non si può più tornare nel limbo dell’anno scorso. Andrà come andrà, e le difficoltà in serie B restano tante: ma questa squadra non è destinata alla mediocrità, non sarebbe più accettabile. E di questo deve esserne consapevole la squadra per prima.

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