«Io, Dalmonte e i playoff
Che scherzi alla mia Cantù»

Della Fiori e il coach di Verona: «Ora che disputeremo quelli di A2 ho voluto ricordargli Pesaro e Roma»

Se credete alla casualità, chiamatela casualità. Di certo gli Dei dei basket, sabato scorso, hanno deciso di mandare un occhio in contemporanea su Cantù e Verona. E, pressoché nello stesso momento, hanno sancito la salvezza matematica in A della Mia e l’ingresso ai playoff in A2 della Tezenis.

Passaggio, questo, che non è sfuggito a Daniele Della Fiori, fino al giugno scorso profeta in patria e ora general manager all’ombra dell’Arena. «Vero - dice il figlio d’arte -. E bene così. Per Cantù sono stracontento. Mai avuto dubbi, vista anche la qualità di alcuni elementi del suo roster. Poi, con l’ingaggio di Carlo (Recalcati, ndr) tutto mi è stato ancora più chiaro: non sarebbero mai arrivato a salvarsi all’ultima giornata».

Adesso, come detto, la roulette della post season in A2. Merito, tra l’altro, dell’arrivo in panchina di un altro ex canturino, Luca Dalmonte. Bastano due paroline - “mina” e “vagante” - per far cambiare il tono della voce al gm. «Ci credo poco - racconta -. Solitamente i risultati sono lo specchio della stagione, quindi evidentemente il settimo o l’ottavo posto rappresentano il nostro attuale valore. Poi, è vero, come sempre nei playoff subentreranno altre variabili».

Tra queste, innegabile, anche l’effetto Dalmonte. Se lo ricorda bene lui, Della Fiori, da ex biancoblù insieme a tutti i canturini. «Con Luca ne parlavamo giusto l’altro giorno - la spiegazione -. Gli ho ricordato quel che ci ha fatto passare quando era a Pesaro e Roma. Adesso spero che i suoi effetti benefici possa dare una mano a noi».

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