La presidente Irina Gerasimenko
«Cantù merita un nuovo trofeo»

Ecco il discorso pronunciato - in lingua italiana - dalla numero 1 del club brianzolo durante le celebrazioni per gli 80 anni di fondazione.

Irina Gerasimenko ha preso la parola domenica sera mentre era in corso la presentazione della squadra ai tifosi. Questo il suo discorso, rigorosamente in italiano.

«Vi confesso che stasera sono molto emozionata, ben più del giorno della mia nomina a presidente. L’emozione non supera però certo l’orgoglio e la felicità di rappresentare davanti a tutti voi questa società. Questa sera sono salite sul palco tantissime persone che con il loro contributo hanno reso Cantù una leggenda in Italia e in Europa, hanno fatto incetta di trofei, hanno permesso ai nostri fantastici tifosi di essere orgogliosi della loro fede. La storia della Pallacanestro Cantù è stata una grandissima dimostrazione di come con impegno, passione, progettualità e unità d’intenti anche una squadra di una piccola città sia potuta diventare la Regina d’Europa sconfiggendo realtà di enormi metropoli. Questi eccezionali traguardi sono stati raggiunti grazie al lavoro di tutti, dei campioni sul campo, ma anche degli allenatori, dei medici, dei fisioterapisti e dei dirigenti che operano dietro la scrivania».

«Lasciatemi dunque ringraziare tutti coloro che hanno rivestito il ruolo di presidente prima di me - ha aggiunto -: Luigi Molteni, Ettore ed Erminio Casella, l’indimenticato Sciur Aldo Allievi, Franco Polti, Francesco e Alessandro Corrado, Anna Cremascoli e mio marito Dmitry».

«Spero che questi campioni saliti sul palco e le loro testimonianze - la chiosa - siano da sprone per i nostri ragazzi, che sono qui con me, e che hanno il compito, gravoso ma allo stesso tempo stimolante, di far continuare una storia così eccezionale e prestigiosa. Essere al livello di questi grandi sportivi non sarà semplice, ripetere tutti i loro trionfi probabilmente impossibile, ma sarebbe una soddisfazione impagabile regalare a tutti questi tifosi la gioia di sollevare di nuovo un trofeo. Cantù e la sua storia sicuramente se lo meritano».

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