Mia Briantea84 in Champions
Venerdì l’esordio in Germania

A Zwickau la fase finale con otto squadre partecipanti

Sono iniziate giovedì e dureranno fino a domenica 8 maggio le finali di Coppa dei Campioni di pallacanestro in carrozzina, che vedranno impegnata la Mia Briantea84 a Zwickau in Germania.

I canturini, dopo aver conquistato nei giorni scorsi la quarta finale scudetto consecutiva contro il Santa Lucia Roma, esordiranno venerdì 6 maggio alle ore 15.45 contro i connazionali di Porto Torres. Gli uomini allenati da Marco Bergna sono stati inseriti nel girone B insieme ai sardi, appunto, ai tedeschi del Lahn Dill (campioni in carica) e ai turchi del Besiktas. Sempre venerdì i brianzoli giocheranno la seconda gara del raggruppamento alle ore 20.15 contro il Lahn Dill, mentre sabato 7 maggio la sfida alle aquile bianconere del Besiktas alle ore 11.45.

Il programma prevede, a seguire, le finali per le posizioni dall’ottava alla quinta dalle 15.15, dalle 17.30 invece le semifinali tra le prime due classificate dei due gironi che si incroceranno per decretare le finalissime di domenica 8 maggio (gara per il terzo posto alle ore 10, scontro per l’assegnazione del trofeo continentale alle ore 12.15). Le squadre inserite nel gruppo A sono i padroni di casa dello Zwickau, gli italiani del Santa Lucia Roma, gli spagnoli del Cd Ilunion e i turchi del Galatasaray.

Cantù non ha mai vinto la Coppa dei Campioni, obiettivo solo sfiorato nel 1993 quando i biancoblu persero la finale contro gli olandesi del Bs Verkerk. «Ricordo ancora quella partita e la delusione per aver sfiorato il sogno di alzare la coppa - spiega il presidente della Briantea84, Alfredo Marson - Due anni fa a Madrid siamo andati molto vicini a giocare la partita decisiva, poi abbiamo perso in semifinale contro Madrid e nella finale di consolazione eravamo scarichi, fermandoci al quarto posto. Oggi vedo un gruppo risicato in termini numerici, ma di grande talento. Voglio vedere dei leoni in campo. Possiamo perdere perché i nostri avversari sono superiori, ma non perché rinunciamo a lottare».

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