Paralimpiadi, che gioia
Oro handbike per Cecchetto

Successo per il ciclista che abita a Lurago Marinone. Nel 2012 aveva perso per un soffio

Paolo Cecchetto è uno di quei ciclisti che è facile riconoscere sulle strade comasche, gira con una handbike, la bicicletta da sdraiati. Chissà se da settimana prossima girerà anche con una medaglia d’oro al collo, la medaglia che ha vinto nella Road Race H3 alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro. Lo si trova sulle strade del comasco, dicevamo, ma anche su quelle varesine e milanesi. Sì, perché tanti sono i km che ha fatto in questi anni per allenarsi, per arrivare alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro, anche 70 al giorno. Ma anche 100.

Sulla sua handbike, sdraiato, ha percorso tanta di quella strada che è arrivato fino a Rio. Tra Lurago Marinone e il lungo mare di Pontal di Rio de Janeiro ci sono circa 13mila km, difficilmente calcolabili con esattezza, anche dal miglior navigatore in circolazione. Sicuramente ci possono volere dalle 13 alle “enne” ore per arrivare in Sudamerica. Ma in aereo, mica in handbike. E Cecchetto, di ore di allenamento, per arrivare in Brasile, in sella al suo amato mezzo, alla sua bici, ne ha fatte molte, ma molte di più. Si parla di mille e 200 giorni di attesa, di sudore e fatica da quella gara di Londra 2012 quando, davanti a tutti, sempre nella road race, uscì dannatamente di strada: «Un mio errore» lo ribattezza ancora oggi che è campione paralimpico. «Starei qui tutto il giorno». È felice solo come chi sa aspettare la rivincita, sa aspettare il momento giusto per riprovarci. È felice come uno che, a 49 anni, vince la sua prima medaglia paralimpica, la sua prima d’oro.

La gara

Al primo giro, dopo 15 km, davanti c’è l’australiano Walter Ablinger, ex carpentiere, paraplegico, caduto da un tetto, coetaneo di Cecchetto che, invece, è al secondo posto. Ma la tabella dei tempi dice +0. Significa che il comasco è lì, in gruppo, con i primi, dopo un giro di percorso. A metà gara, Cecchetto è sempre in gruppo e l’unica differenza è la testa. Non più l’austriaco ma il compagno di squadra Vittorio Podestà che rimane ancorato al comando anche dopo 45 km. Cecchetto, invece, scende in terza posizione, insieme al gruppo a 4”. Un arrivo difficile dopo 60 km, di quelli che bisogna sudarseli.

E Paolo Cecchetto se l’è sudato. L’ha passato per primo, il traguardo. Al Pontal è risuonato l’inno d’Italia. Una meraviglia vera che Paolo dedica alla sua «famiglia, a mia mamma Adriana e mio papà Guido, in particolare a lui». Il sindaco di Lurago Marinone Luigi Berlusconi ha espresso tutta la sua felicità: «Siamo contentissimi, ora organizzeremo una festa per lui».

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