Santambrogio: «Ho le carte»

Un tour di medici e ospedali, che servirà a radunare i documenti, le prescrizioni mediche, i dati ematici per provare la cura al testosterone

Mauro Santambrogio ha iniziato il suo nuovo Giro d’Italia. Ma la bici c’entra maledettamente poco. Si tratta di un tour di medici e ospedali, servirà a radunare i documenti, le prescrizioni mediche, i dati ematici per provare la cura al testosterone cui si è sottoposto la scorsa estate per problemi di carattere urologico e che avrebbe provocato i valori sballati emersi nel controllo a sorpresa dello scorso 22 ottobre. Un controllo a sorpresa effettuato mentre lui non stava correndo, era ancora squalificato per il precedente caso di doping, e forse il ritorno all’attività era solo nei suoi sogni. Ma comunque effettuato durante i primi allenamenti più seri ed è questo che potrebbe non convincere l’Uci della sua buona fede. Fatto sta che Mauro si è messo in azione. Prima tappa, l’ospedale San Raffaele di Milano: «Lì avevo fatto i controlli del sangue da dove era emerso che avevo un valore di testosterone basso. E lì ne avevo fatti altri durante la cura». Seconda tappa, dall’urologo che gli aveva prescritto la terapia disposto ora a ripercorrere l’anamnesi medica e provare la necessità della terapia. Terza tappa, in un certo senso la più significativa, il reperimento del documento ufficiale redatto dai medici romani che per conto dell’Uci avevano effettuato il prelievo il 22 ottobre. «Quando vennero, feci scrivere nelle note che stavo assumendo quel farmaco. Dunque era tutto denunciato prima, quella è la prova».

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