Cantù, condannato
per abusi sulla figlia
Processo da rifare

Accolto il ricorso di un imprenditore: doveva scontare 7 anni e mezzo, pena sospesa. L’uomo era fuggito all’estero prima della sentenza della Corte di Cassazione

I giudici rimettono in discussione la condanna in via definitiva a carico di un imprenditore canturino, ritenuto colpevole di violenza sessuale nei confronti della figlia di pochi anni. A poco più di otto mesi dalla pena a sette anni e mezzo di reclusione confermata dalla corte di Cassazione, i giudici della corte d’Appello di Brescia hanno accolto la richiesta di riapertura del processo presentata dal difensore dell’uomo, l’avvocato romano Cataldo Intrieri, e hanno ordinato l’immediata sospensione dell’esecuzione della pena. Pena che l’uomo non aveva ancora iniziato a scontare, visto che pochi giorni prima della Cassazione era fuggito all’estero: «Non sconto una condanna per un reato che non ho mai commesso» aveva commentato.

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