Cantù, devastata prima della confisca
La casa della ’ndrangheta ai poveri

Riparato dal Comune con 40mila euro l’appartamento al piano terra di via Romagna. Così il sindaco replica alle accuse di non avere fatto più nulla per la lotta alle cosche

«Atti concreti: questa è la nostra risposta. Abbiamo ristrutturato l’appartamento di via Romagna che era stato confiscato alla ’ndrangheta: è pronto per essere dato, attraverso i servizi sociali, a una famiglia che ne ha bisogno. L’abbiamo trovato in condizioni pessime. Abbiamo dovuto metterci dentro dei soldi. Il contrasto alla criminalità organizzata è un argomento serio. Non buttiamola in bagarre».

È questo quanto dice il sindaco Alice Galbiati, Lega, a chiedere una risposta alle osservazioni delle minoranze, Pd Unire Cantù e Cantù Con Noi, Lavori in Corso, Cantù Rugiada e Movimento 5 Stelle.

Le minoranze del Consiglio comunale, oltre a chiedere di istituire una commissione speciale al posto dell’attuale Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità - ma il sindaco sembra ben intenzionato a mantenere l’Osservatorio - affermano che dopo il caffè antimafia dei mesi scorsi in piazza Garibaldi non si è fatto più nulla.

Si apre così il tema degli immobili confiscati alle mafie, in particolare alla ’ndrangheta. A fare il punto è l’assessore al Patrimonio Matteo Ferrari, Forza Italia. La novità arriva dall’appartamento al piano terra al civico 6 di via Romagna, a Mirabello.

Tolto al clan Modaffari di Gioia Tauro, è di 89 metri quadri con box. È stato trovato con i sanitari completamente spaccati. «È stato necessario investire circa 40mila euro per ristrutturarlo - spiega - era stato fortemente danneggiato, reso inutilizzabile. Mancavano persino degli elementi basilari. Ora siamo nella fase finale: agli impianti. E siamo in procinto di assegnarlo a una famiglia che ne avrà bisogno».

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