Cantù e il capolinea dei bus
I residenti: «Lasciamo casa»

Critico non solo chi abita in piazzale Cai. I commercianti di Viale Madonna: «Addio ai clienti». L’assessore Di Febo: «Ma il traffico è più scorrevole»

Alzano il telefono e chiamano il giornale. Non sono contenti i residenti che hanno il capolinea, a loro detta, un po’ troppo sotto casa. Da piazzale Cai Cantù, nuovo terminal unico da un paio di giorni per il trasporto pubblico dei bus, nonostante la barriera di verde piazzata dal Comune, c’è chi annuncia persino di essere pronto a mettere in vendita la propria abitazione.

«Alle cinque del mattino ci svegliamo per il rumore dei bus - dice Marcella Borroni, referente delle 24 famiglie che nelle scorse settimane hanno firmato una petizione - l’unica è vendere il nostro appartamento».

L’altra telefonata arriva dai negozi di viale Madonna: ex capolinea, fermata soppressa e di fatto trasferita nella perpendicolare di via Uberto da Canturio. «Senza i bus - dice Cristina Zenaboni, bar Dolcimomenti, sotto i portici - la perdita è del 70%. Vorremmo vendere ma, in realtà, rischiamo di chiudere e basta».

È l’altro lato della rivoluzione del trasporto urbano. Da una parte, come aveva sottolineato l’assessore alla pianificazione viabilistica Paolo Di Febo, sembra migliorata la viabilità: come rilevato anche da alcuni utenti Asf, gli incolonnamenti a salire verso il centro, su via Manzoni, e in piazza Parini, rimasta comunque fermata, ad oggi sembrano diminuiti.

Altri dettagli sul giornale in edicola sabato 11 giugno.

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