Cantù, lo sparatore ancora in fuga
Qualcuno lo sta aiutando

Il sospetto è che il ragazzo che ha sparato abbia un complice che lo copre

Cantù

Qualcuno sta aiutando Antonio Manno nella sua fuga. È solo un sospetto, ovviamente, ma potrebbe essere quantomai concreto. Dopotutto riuscire a nascondersi per quattro giorni di fila nonostante la caccia all’uomo che coinvolge non solo i carabinieri di Cantù, ma anche quelli delle compagnie calabresi dove Manno è originario e le autorità svizzere avvisare di una possibile fuga oltre confine da parte del giovane sospettato del tentato omicidio di Andrea Giacalone, è tutt’altro che cosa agevole se la si affronta senza aiuti.

Manno, 21 anni, originario di Polistena in provincia di Reggio Calabria, formalmente residente a Giffone ma domiciliato a Cantù, è letteralmente scomparso nel nulla dalla notte tra mercoledì e giovedì, quando cioè avrebbe imbracciato un fucile a canne mozze per sparare due colpi contro il giovane barista del Manhattan ridotto in fin di vita.

Non si trova neppure la lupara che lo stesso Manno avrebbe usato la notte degli spari. Il sospetto, dunque, è che il giovane possa essere ancora armato. Difficilmente si troverebbe ancora in Brianza, più facile che abbia cercato rifugio o in Calabria oppure cercando di uscire dall’Italia. Le ricerche in ogni caso continuano.

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