Capiago e Senna in festa
Folla al 50° degli alpini

Successo della sfilata in paese delle Penne Nere e delle cerimonie con la popolazione

Una grande festa popolare a cui hanno partecipato non meno di 400 persone ha accolto il 50° anniversario di fondazione del gruppo degli Alpini di Capiago Intimiano, che raggruppa anche i residenti a Senna Comasco. Per questo motivo la cerimonia è iniziata proprio ieri mattina alle 8 con la deposizione di una corona al monumento ai Caduti di Senna Comasco.

Alle 8.30 è seguita poi l’adunata nella piazza della chiesa di Capiago, con la messa successiva delle 9 nella stessa chiesa parrocchiale dei santi Vincenzo e Anastasio, celebrata dal parroco di Capiago don Fabio Fornera.

Alle 10 si è tenuta la sfilata dalla chiesa alla sede del gruppo nella ex caserma della Guardia di Finanza di Intimiano, accompagnata dal Corpo musicale “Alessandro Volta” diretto dal maestro Stefano Bedetti. Da segnalare in questa prima parte della cerimonia l’omaggio al monumento ai caduti nella piazza IV Novembre di Intimiano: recentemente restaurato proprio dal gruppo locale degli Alpini e benedetto ieri dal parroco d’Intimiano, don Enrico Porta.

Poco dopo le 11 è stata la volta dell’alzabandiera nella sede e il saluto delle autorità presenti, a cui ha fatto seguito l’inaugurazione della mostra storica curata da Roberto Compagnoni, con un “rinfresco alpino” finale.

La cerimonia ufficiale nella sede è stata coordinata da Tiziano Tavecchio ed è stata presieduta dal capogruppo provinciale Enrico Gaffuri. Nel rendere omaggio a tutti i caduti e ai reduci Gaffuri ha sottolineato come l’opera degli Alpini «prosegua ora nell’ambito delle attività umanitarie, anche in collaborazione con associazioni come l’Unicef, grazie a campagne come quella della vendita delle “pigotte alpine”, le bambole di pezza che vengono distribuite “per salvare la vita dei bambini».

Il capogruppo locale Sergio Corda ha ringraziato tutti gli alpini che hanno partecipato nel 1966 con suo padre Sesto Corda alla fondazione del gruppo e li ha chiamati tutti per nome: a partire dall’alfiere allora ventunenne Luigi Montorfano; proseguendo poi con Lorenzo Achler, Pierangelo Bartesaghi, Francesco Cappelletti, Luigi Colombo, Egidio Maffia e Armando Pivato.

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