Daniela Rho e il padre Armando indagati
Ma il delitto non c’entra: evasione fiscale

Tra i clienti di Alberto Brivio e soci anche la moglie di un imprenditore di Carugo. Dichiarava al fisco meno di 20mila euro all’anno, sul conto corrente ne aveva invece 600mila

L’anno in cui l’architetto Alfio Molteni viene ammazzato sotto casa da due sicari assoldati per spaventarlo dalla moglie Daniela Rho e, sostiene l’accusa, dall’amante di quest’ultima Alberto Brivio, l’Armando Rho snc, la società di mobili e arredi della famiglia Rho, ha affidato a un’oscura società autstriaca il compito di fare ricerche di mercato e creare un database di clienti per lo sviluppo del marchio in Lettonia, Lituania, Estonia e Russia. Valore dell’incarico: 270mila euro. Quei soldi, accusa ora la Procura di Como, altro non erano che guadagni in nero da far sparire all’estero.

Sono accusati di aver evaso il fisco attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti papà Armando Rho e la figlia Daniela, formalmente indagati nell’operazione del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Como che, l’altro ieri, ha portato all’arresto di sei persone (tra le quali la notifica di una nuova ordinanza di custodia cautelare per lo stesso Brivio).

L’inchiesta nasce dalle perquisizioni effettuate il giorno dell’arresto (con l’accusa di omicidio volontario) di Brivio e Daniela Rho. Nello studio del commercialista gli inquirenti avevano trovato una serie di fascicoli che sono sfociati in un’inchiesta che ha portato a scoprire la fuga verso all’estero di capitali per oltre 5 milioni di euro in pochissimi anni.

Dietro a tutto una società estera, la Mga Consultin Gmbh, che avrebbe raccolto fondi neri da almeno 144 clienti, tra cui molti comaschi, da nascondere all’estero. Tra gli indagati a piede libero, nonché destinataria di un sequestro di oltre un quarto di milione di euro, anche la moglie di un importante imprenditore brianzolo: residente a Carugo.

Anche questa inchiesta ha preso le mosse dai documenti sequestrati presso il Gi.Bi. studio di Mariano di Brivio, dove gli inquirenti hanno trovato un ordine di bonifico internazionale alla moglie dell’imprenditore relativo a un trasferimento internazionale pari a 450mila dollari.

Secondo l’accusa la donna, pur avendo presentato dichiarazioni dei redditi anche al limite della soglia di sopravvivenza (si passa da un reddito dichiarato di 6.500 euro nel 2010 fino a un massimo di 20.600 euro nel 2015) avrebbe potuto contare, su un conto presso la Privat Bank, di accreditamenti fino a 600mila euro in appena 6 mesi, nel corso del 2015. Da qui l’accusa, a suo carico, di aver omesso di versare al fisco qualcosa come 253mila euro nel corso dell’anno d’imposta 2015

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