Fenomeni Iron Mais
Dai bar a “X Factor”

Le prime note in un garage di Cermenate. Scollo era già stato in tv con il gruppo di Facchinetti. Poi una telefonata a Morgan: «E così la storia ebbe inizio»

Se le stalle sono i baretti di periferia e i muri scalcinati dei palchetti da birreria - sì, esistono: a volte è Blues Brothers che assomiglia alla vita, non il contrario - le stelle potrebbero essere i riflettori di Madama Tivù, con le telecamere che riprendono e mandano tutto in milioni di case.

Didascalico quanto vuoi ma azzeccato, il “dalle stalle alle stelle”, specie se fai rock agricolo - cosa sia, l’hanno imparato i telespettatori dell’ultima puntata di X Factor: la replica oggi, domenica, in chiaro, alle 21.10 su Mtv e Cielo - perché suoni negli Iron Mais, gruppo pressoché fuori radar almeno fino a mercoledì.

Da giovedì, con la loro trionfale esibizione al talent show di Sky Uno, è cambiato tutto e niente. Arrivano da un garage di Cermenate, lo stesso in cui l’adolescente Francesco Facchinetti, prima di arrivare a Sanremo e di mettersi a produrre cellulari, pestava la chitarra in levare, al ritmo dello ska.

Alessandro Scollo, prima di essere un contrabbassista, suonava il basso nei Digestionecho. Tipo già avvezzo alle presenze musicali in tivù: con il gruppo di Facchinetti, il nostro, si era infatti esibito a Help, da zio Red Ronnie.

Il contrabbassista di Cermenate - nella vita, operaio - quindi una sera telefona a Morgan Bizzozero, impiegato ma soprattutto chitarrista e suonatore di benjolele, e gli fa la proposta. «Oh! Mi hanno regalato un contrabbasso, sto facendo le cover dei Motorhead in versione country».

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