Il canturino in cella con Bossetti
«Guardava le ragazzine in tivù»

Rodolfo Locatelli, in carcere per l’omicidio Albanese, è finito nel caso Yara. È diventato teste per la Procura: «Ha parlato del processo, ma mai della Gambirasio»

Seppur indirettamente, spunta anche Cantù nel processo contro Massimo Bossetti, il carpentiere di 45 anni accusato di essere l’assassino di Yara Gambirasio: la 13enne scomparsa nel novembre 2010 da Brembate di Sopra, ritrovata cadavere tre mesi dopo, in un campo a Chignolo d’Isola.

Perché «di Cantù», come riferito da alcuni media, è Rodolfo Locatelli, 41 anni, collaboratore di giustizia e ex compagno di cella del muratore di Mapello, in carcere con l’accusa di aver partecipato, a Guanzate, all’omicidio di Ernesto Albanese, 33 anni, di Cadorago, rinvenuto in una buca scoperta a ottobre 2014.

Locatelli ha diviso per quattro mesi la cella con Bossetti e mercoledì la sua testimonianza è stata sentita in aula.

Per un omicidio in odore di ’ndrangheta, in virtù della sua collaborazione con la giustizia, Locatelli - conosciuto come “Rudi” - l’altroieri, al processo, ha deposto dietro un paravento. Con il pubblico che è stato fatto allontanare e i cronisti che sono potuti rimanere in aula, a patto di non sbirciarne il volto.

«Lo vidi sfogliare una rivista e soffermarsi sulle partecipanti di “Amici”. Inoltre fece ripetuti apprezzamenti nei confronti di mia sorella che ha 19 anni, ma ne mostra meno - racconta l’uomo, nato nella Città del Mobile - Quando uscì la storia della ricerca su Internet delle tredicenni trovata sui suoi pc, mi disse che forse l’aveva fatta sua moglie. Se si va sull’argomento delitto, parla del processo. Giustamente. Però, mai neanche una parola per Yara».

I servizi su “La PROVINCIA” di venerdì 26 febbraio 2016

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