Iscritti in calo al liceo “Melotti”
Bene pittura, la moda e il design

Le prime scenderanno da 6 a 4 (o al massimo 5). Pochi iscritti a scenografia - Il corso tradizionale dell’Istituto d’arte resta quello che piace di più

È boom nelle iscrizioni ai licei, a livello nazionale e anche cittadino. Fa eccezione l’artistico Fausto Melotti, dove si registra una flessione.

Difficile però, oggi, stabilire se si tratti di un trend da bloccare il prima possibile o semplicemente di un’annata con numeri più bassi.

Tirati i bilanci delle iscrizioni agli istituti superiori comaschi, si ha la conferma della tendenza che, in tutta Italia, vede crescere il numero di ragazzi che scelgono il liceo. A Cantù continua ad andare bene lo scientifico sportivo al Sant’Elia e si conferma una certezza il Fermi con dieci nuove prime, in calo solo il classico, almeno per quest’anno.

Lo stesso accade in via Andina, dove, dati alla mano, c’è un leggero calo e il dirigente scolastico Vincenzo Iaia non si nasconde dietro un dito: «Sì – conferma – quest’anno formeremo una classe in meno, quattro o cinque prime invece di sei. Siamo passati da 130 iscritti a un centinaio».

Il Melotti è l’unico artistico della zona, tanto più ora che anche il paritario Luini ha cessato le lezioni. Si è chiesto il perché di questa flessione?

«In questo momento non saprei rispondere – replica –. Se fosse un problema legato alla scuola ci troveremmo di fronte a un trend iniziato negli anni precedenti, invece abbiamo sempre fatto le nostre sei sezioni nel recente passato. Potrebbe semplicemente essere un’annata di bassa, abbiamo visto che anche a livello nazionale gli artistici hanno un calo dello 0,1%. Per dirlo con certezza servono dati che avremo solo l’anno prossimo».

Succede, riflette, «basta penare al classico, che oggi pare in grande ripresa dopo aver attraversato anni molto difficili».

Il Melotti è nato nel 1882 come scuola d’arte applicata all’industria, con l’intento di fornire l’insegnamento dei disegno applicato all’industria della fabbricazione dei mobili e dei merletti.

Una decina d’anni fa, con la riorganizzazione della scuola targata Gelmini, si è trasformato in un liceo artistico e tre anni fa l’istituto ha ricevuto la benemerenza civica cittadina, conferita per il lavoro svolto per decenni preparando e qualificando l’imprenditoria locale.

Tre anni fa è stato attivato un nuovo corso sul quale si puntava molto, quello di Scenografia, per farne una piccola Brera.

Ma in realtà non ha riscosso grande successo. Di contro, piace molto l’indirizzo Arti Figurative e Pittura e tornano a crescere Moda, Design e Industriale. Corsi che i ragazzi scelgono dal terzo anno in poi, dopo il biennio indistinto. Il primo favorisce l’acquisizione dei metodi specifici della ricerca e della produzione artistica e la padronanza dei linguaggi e delle tecniche relative, fornendo allo studente gli strumenti necessari per conoscere il patrimonio artistico nel suo contesto storico e culturale. Il secondo va oltre focalizzandosi sul design, civile o industriale, o sul settore della moda.

«Pittura resta il preferito – conferma Iaia – e abbiamo constatato con piacere che Moda e Design, dopo aver attraversato una crisi nera, adesso raccolgono maggior gradimento e riusciamo a formare un bel gruppo». Non così per Scenografia, che pure sembrava un’opzione molto stimolante.

«No – ammette – non è decollato, tanto che faremo fatica a mettere insieme un gruppo quest’anno».

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