La baronessa Sibilla
e lo chalet a Capiago

Amarcord La Von Manteuffel arrivò in Brianza nel 1963

Parente di tante teste incoronate, seguì il colonnello Mola

Sibilla von Manteuffel, vedova del colonnello Armando Mola, vive in una villa costruita sulla collina del Cavallaccio a Capiago agli inizi degli anni Sessanta. Ci riceve in un piccolo salottino della sua dimora, tra tanti quadri di antenati, seduta su un divanetto con la bandiera ungherese. La baronessa Sibilla, imparentate con tante teste coronate di mezza europa, compirà gli anni il prossimo 10 marzo ed è stata l’animatrice infaticabile del gemellaggio con la cittadina dove è cresciuta, Buják, a nord della capitale magiara: a Budapest è nata nel 1926.

In Italia dal 1946

«Ho studiato dalle Suore del Sacro Cuore sul lago di Costanza, a Lindau, poi di nuovo a Budapest – dice – Poi la tragedia della guerra, l’avvento del comunismo e la perdita dei beni di famiglia. A vent’anni nel 1946 mi sono trasferita in Italia, dove ho lavorato come interprete delle truppe americane di occupazione che pagavano in viveri, poi ho lavorato presso un antiquario, ma le condizioni di vita diventavano sempre più difficili, e anche i salari continuavano ad essere corrisposti attraverso il baratto delle merci».

Nel 1948 Sibyll scrive alla sua istitutrice che nel frattempo si era trasferita a Roma e svolgeva la stessa mansione nella famiglia Del Tongo, la quale gli propone un’offerta di impiego come insegnante privata della famiglia del principe Francesco Ruffo di Calabria. Sibilla conosce e parla alla perfezione non meno di cinque lingue. «L’unica che non sono mai riuscita a studiar bene è proprio l’italiano», dice.

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