La variante Delta fa crescere i contagi
Nel Comasco l’87% è under 65

Impennata nei casi di positività in provincia ma i numeri assoluti rimangono comunque molto bassi - Quasi nove casi su 10 riguardano pazienti mai vaccinati

Se si guarda la variazione percentuale dei nuovi casi positivi quest’ultima settimana rispetto alla precedente l’aumento in provincia di Como fa impressione, +114%.

Sarebbe però sbagliato fare allarmismo, i numeri assoluti sono contenuti, si parla di decine di contagi, non di centinaia. La circolazione del virus è più intensa, ma resta comunque bassa.

È evidente, però, che la curva dall’inizio del mese di luglio si sta rialzando. Nel Comasco siamo tornati ai dati di metà giugno. Succede in molte zone d’Italia, soprattutto nei luoghi di vacanza dove sono stati tracciati diversi focolai, da Messina, a Savona, a Oristano. In Lombardia l’aumento maggiore si registra a Lodi e, appunto, a Como.

Il virus sta infettando per la grande maggioranza persone non vaccinate, nell’88% dei casi ha fatto sapere la Regione Lombardia contro un 6% di infezioni tra chi ha completato l’intero ciclo e quindi il restante 6% tra chi ha fatto solo una dose. Succede perché la variante Delta è in parte resistente al vaccino. Questa nuova variante è passata a inizio giugno dall’1% dei casi, al 3% la settimana successiva, a fine mese contava in Lombardia l’11% dei positivi e adesso è al 45%. A breve diventerà predominante. Sono segnalati casi anche in città, a San Fermo, a Cantù e a Mariano. È però importante sottolineare che la vaccinazione funziona lo stesso. Non ci rende completamente immuni dal contagio, ma ci evita i sintomi più gravi e l’ospedalizzazione. Ed infatti i nostri ospedali vivono settimane di relativa normalità. Al Sant’Anna i pazienti Covid sono solo quattro, l’Asst Lariana non ha in cura altri contagiati, sono zero al Valduce. Certo il bilancio oscilla perché qualche nuovo accesso pur raro ancora si registra. La conta più importante e drammatica però è ferma da molti giorni, 2.290 decessi Covid nella nostra provincia dall’inizio della pandemia.

Se si guarda all’età media dei nuovi contagiati si scopre che si tratta di cittadini quasi sempre molto giovani. Nell’ultimo mese il 70% dei positivi comaschi ha meno di 50 anni. I contagi maggiori nel Comasco interessano la fascia tra i 20 e i 30 anni, tra i bambini piccoli i contagi non sono significativi. Mentre sopra ai 75 anni i contagi nel Comasco sempre nell’ultimo mese rappresentano il 5% del totale, tra i 65 e i 74 l’8% e tra i 50 e i 64 il 16%.

Il motivo è semplice, la copertura vaccinale nella terza età è molto alta, intorno all’85%, mentre tra i minorenni le vaccinazioni sono ferme e gli appuntamenti per carenza di dosi sono rinviate a fine agosto. È quindi fondamentale entro la fine dell’estate coprire tutta la popolazione. I più anziani perché i più a rischio, da lunedì potranno autopresentarsi a Lariofiere e a Villa Erba per fare il vaccino Johnson. Resta infatti uno zoccolo duro di ultrasessantenni che non ha aderito alla campagna vaccinale, circa 25mila comaschi. Ma è cruciale anche completare il ciclo tra i più giovani, per frenare la circolazione del virus e ricominciare l’anno scolastico con maggiore serenità. A tal proposito è importante che gli adolescenti facciano attenzione nei luoghi di villeggiatura, feste e assembramenti, finale dell’Europeo compresa, devono ancora rispettare il distanziamento e usare prudenza. Si teme anche la ripartenza, come era successo l’anno scorso, dei contagi di rientro dalle vacanze.

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