L’arcivescovo Delpini a Cabiate
Ultimo saluto a don Piergiorgio

Il monsignore ha centrato l’omelia delle esequie sulla missione del sacerdote e ha ricordato: «La morte improvvisa ci chiama a stringerci insieme e ci ricorda un’esistenza superiore»

«Il prete potrebbe sembrare un uomo solo. E don Piergiorgio è morto solo, come Gesù. Ma la morte di Gesù e di don Piergiorgio Barbanti, sono il seme della speranza, in una vita eterna». Il nuovo arcivescovo Mario Delpini ha invitato i presenti alle esequie del parroco di Cabiate, scomparso sabato scorso, all’età di 64 anni, a seguito di un malore, a non vivere l’evento solo come una tragedia, ma a coglierne l’aspetto positivo.

«Un evento improvviso e tragico, che ci chiama a stringersi insieme e che ci ricorda che la speranza della vita “effettiva”, abita in noi», ha aggiunto. La comunità di Cabiate ha voluto salutare il proprio parroco con una grande ed intensa partecipazione alle esequie che si sono svolte ieri pomeriggio nella chiesa parrocchiale.

Attorno all’arcivescovo di Milano, in una delle prime uscite pubbliche dopo l’inizio del suo ministero, hanno concelebrato una cinquantina di preti, tra i quali molti amici di don Barbanti. Davanti alla bara i familiari, con la sorella Mariagrazia. Delpini ha voluto sottolineare la solitudine “terrena” del prete, rivalutandola alla luce della speranza della fede.

Un’omelia “alla mano”, com’è nello stile di Delpini e anche di don Piergiorgio, ma che ha fatto breccia nei presenti. Al termine della messa, si è formato il corteo per la sepoltura che è avvenuta nel cimitero di Cabiate, nella tomba riservata ai parroci.

Il nome di don Piergiorgio da ieri è inciso nella lapide marmorea all’interno, accanto ai sacerdoti che l’hanno preceduto in paese. Alle esequie hanno presenziato molti fedeli provenienti dalle altre parrocchie dove ha esercitato don Piergiorgio, come quella di Cesana, Villa Cortese e Carugate.

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