Lo chef Schrott chiude il ristorante
«Aggredito e minacciato, me ne vado»

Cantù, naso rotto e tre giorni di ospedale

per il titolare altoatesino del “Truciolo Atelier”

«Ho lavorato a New York, a Rio de Janeiro, a Shanghai... Ma quello che mi è capitato a Cantù, non mi era mai successo da nessun’altra parte del mondo».

Paul Schrott è quello che, per usare un termine oggi molto di moda, si può definire come un masterchef.

L’anno scorso aveva aperto un ristorante al civico 6 di viale Italia, a Vighizzolo: il “Truciolo Atelier”, negli spazi che, un tempo, ospitavano una falegnameria.

Già: “aveva”. Perchè è stato costretto a chiudere il locale e a lasciare Cantù per tornare in Alto Adige, dove ha le sue radici.

«Ho una moglie, una bambina di tre anni - dice - devo pensare alla loro incolumità, a quella del mio personale e a quella dei miei clienti. Non so fino a dove potrebbero arrivare, quelle persone che mi hanno aggredito già due volte».

Schrott infatti racconta di aver dovuto dire addio a Cantù dopo essere stato vittima di due furibondi pestaggi avvenuti nell’aprile e nel novembre dell’anno scorso. Dopo di allora, i suoi persecutori non gli hanno più messo le mani addosso. Anche perchè Schrott fa sapere di aver denunciato i due episodi ai carabinieri. Ma il clima di continue intimidazioni in cui era costretto a vivere e a lavorare lo hanno convinto ad abbandonare la città del mobile. Con ogni probabilità, per sempre.

L’articolo completo sul giornale in edicola domani, martedì 24 maggio.

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