Mariano, il centro non è più verde. Aiuole e alberi bruciati dalla siccità

Il caso L’esempio più eclatante in piazza Roma, situazione critica anche in altre zone e ai rondò. Nei parchi piante già con un aspetto autunnale. L’assessore Testini: «Un caso senza precedenti»

Prima hanno sacrificato i rami più bassi, poi le foglie ma, alla fine, molti sono stati soffocati dal caldo. Questo è l’epilogo della breve storia degli alberi piantati negli ultimi anni nella “Città del florovivaismo” per colorare di verde le aiuole sparse dal centro alla periferia, salvo oggi tingersi delle sfumature più intense del marrone, completamente rinsecchiti della temperatura sopra la media di quest’estate unita alla prolungata siccità che ha colpito anche Mariano.

La mappa delle piante e degli arbusti che non sono sopravvissuti all’estate parte dal centro. Perché è proprio in piazza Roma che il verde urbano si mostra ormai completamente marrone, richiamando il color rame arrugginito delle fioriere dove sono morte le siepi, bruciati i praticelli a sostegno delle nuove piantumazioni e i fusti. L’immagine si ripete identica per più di una fioriera per poi allargarsi all’esterno del salotto cittadino.

Gli altri punti critici

I punti critici per il verde urbano sono facili da individuare perché sono quelli ricavati a lato delle strade per piantumare gli alberi negli ultimi anni. Tanto che anche in via Santa Caterina si conta il primo melo selvatico rinsecchito dal sole lungo la corsia che corre verso viale Lombardia e, proprio sulla rotonda che regola l’incrocio tra le due vie, si contano tre carpini vinti dalla siccità. La stessa immagine si ripete in Corso Brianza dove sono morte due giovani piante volute per dare respiro a una via soffocata dal traffico.

Va meglio nei parchi cittadini dove gli alberi sacrificano le foglie per difendersi dal caldo. Così i cittadini si confrontano con un inedito foliage in agosto che ha anticipato i colori più tipici dell’autunno sui prati comunali. Il fenomeno si vede nel parco di via dei Vivai dove gli aceri o acero-platani hanno messo in atto questo sistema di difesa per risparmiare le risorse preziose che riescono a pescare con le radici nel terreno ben più profondo di quello delle fioriere.

«Gli alberi non crescono in mezzo all’asfalto o nel cemento» commenta duramente la moria di piante, il presidente del Wwf Lombardia, il geologo Gianni Del Pero che motiva le sue parole. «Le piante hanno bisogno di un adeguato sottosuolo fertile e terreno “vegetale” che dia loro i nutrimenti, cosa di cui non si è tenuto conto nell’arredo urbano sulle rotonde o nelle fioriere, oltre un’adeguata irrigazione - spiega -. Abbiamo vissuto un caldo anomalo, una siccità eccezionale, ma essendo il verde urbano un patrimonio della collettività, il Comune doveva predisporre le cure necessarie».

Botta e risposta

Rapida la replica dell’assessore all’Ambiente, Loredana Testini. «La siccità estrema sta provocando danni inconsueti non solo alle piante marianesi, ma a tutto il capitale naturale. Basta guardarsi intorno per capire che la causa non risiede nella scarsa irrigazione dei giovani alberi perché è un evento senza precedenti» ribatte Testini che guarda alle colorazioni autunnali già assunte dai boschi. «La priorità è avere risorse idriche sufficienti nei prossimi mesi: dobbiamo tutti adottare comportamenti più che mai responsabili. Purtroppo non si intravede la fine di questo periodo, quando potremo fare un bilancio dei danni al patrimonio arboreo e valutare gli interventi sostitutivi».

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