Ospedale di Cantù, danni dal cantiere
«Colpa dei ribassi negli appalti»

Il presidente dei costruttori interviene sul caso delle infiltrazioni al Pronto Soccorso del Sant’Antonio Abate: «Inevitabili i disguidi se si accettano tagli ai costi del 69%: vanno cambiate le regole»

Chi meno spende più spende, dicevano i nonni. Ma in quell’adagio c’è del vero, secondo Ance Como, perché il criterio di aggiudicazione del massimo ribasso secco porta, per gli appalti pubblici, a vederli crescere sempre di più, tali ribassi.

Il che spesso si traduce in problemi a cantiere aperto. Un tema che l’Associazione Nazionale Costruttori Edili solleva partendo da un caso canturino, ovvero i due episodi che hanno visto protagonista il pronto soccorso dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù. Qui, a causa dei lavori che si stanno eseguendo sopra il reparto, per realizzare il nuovo blocco operatorio, si sono avute infiltrazioni che hanno costretto, nei mesi scorsi, a traslocare per tre mesi il reparto.

Episodi che spingono Luca Guffanti, presidente di Ance Como, a ritornare su questioni che da tempo stanno a cuore all’associazione e che riguardano l’intero territorio. Perché i lavori a Cantù sono stati assegnati con un ribasso del 69%. La prima, «il fatto che il criterio di aggiudicazione del massimo ribasso secco porti, come inevitabile conseguenza, ad un innalzamento innaturale dei ribassi» dice.

Altro aspetto fondamentale, secondo Guffanti, la necessità di invitare sempre le imprese del territorio a partecipare alle gare d’appalto, ovviamente in maniera legittima: «Non vogliamo favoritismi - prosegue - , però vogliamo anche che le stazioni appaltanti si rendano conto che le imprese del territorio hanno sicuramente più stimoli a fare bene». Terzo fattore, le verifiche.

Ovvero, manca il controllo a valle dell’aggiudicazione: «Il problema è, a mio avviso, che tutta l’attenzione e le verifiche che caratterizzano la fase di aggiudicazione non sono poi accompagnate da altrettanta solerzia nel controllo dell’esecuzione dell’opera. Siamo diventati un Paese che muore di regole, ma manca di controlli».

La ditta incaricata dell’esecuzione dei lavori si trincera dentro un «no comment, cortese quanto fermo. Mentre l’Asst Lariana conferma che sull’appalto sono state condotte numerose verifiche e che i prezzi indicati era quelli di mercato, per un’offerta giudicata nel complesso credibile.

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