Poste, oltre ai ritardi c’è la beffa
«Mettete all’esterno le cassette»

La società privata Nexive a Cantù: «Obbligatorio rendere accessibili le buche per le lettere». In un palazzo di via Mazzini ogni famiglia spenderà oltre 100 euro. Coinvolto anche il Comune

Più di 100 euro a famiglia, per evitare di trovarsi la corrispondenza in strada. Nel caos poste, tra gli sconfitti, c’è anche il municipio di Cantù. Costretto a soccombere dinanzi alla richiesta formulata da Nexive, il concorrente di Poste Italiane.

La società si era appellata a un decreto del ministero delle Comunicazioni. E aveva già scritto a diverse famiglie, in tutta la città, per chiedere di mettere le cassette all’esterno degli edifici, laddove non siano raggiungibili a causa di un cancello o una porta chiusi. Richiesta a cui si è adeguato lo stabile al 18/b di via Mazzini.

Dove ci sono diversi appartamenti del Comune. L’amministratore, viste anche le lamentele dei proprietari che spesso hanno trovato la posta adagiata all’esterno, ha deciso di procedere con l’acquisto dei contenitori esterni.

A pagare per la propria parte saranno tutti i cittadini di Cantù, attraverso il Comune, ancora proprietario di sette appartamenti su sedici a edilizia agevolata. E infatti, negli uffici di piazza Parini, è già stata prodotta la carta che dà mandato per la spesa. Tutto il palazzo dovrà sborsare più di 2mila euro - per la precisione, 2mila e 125euro, Iva compresa - con il Comune che, per i suoi 7 alloggi, dovrà pagare 929 euro. Una necessità, come viene definita dai tecnici del Comune, quella di procedere con l’acquisto.

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