Pronto soccorso, altra aggressione
«Più sicurezza anche a Cantù»

Una paziente psichiatrica si è scagliata contro un medico e un infermiere. Sono intervenuti i carabinieri, i sindacati chiedono tutele

Ancora una volta gli operatori del Pronto soccorso vittime di aggressione. È accaduto questo pomeriggio, martedì 5 settembre, al Sant’Antonio Abate, dove un medico e un operatore socio sanitario hanno dovuto richiedere le cure dei colleghi dopo essere stati picchiati da una donna con problemi psichiatrici.

L’episodio è avvenuto nel primo pomeriggio quando la 22enne, nigeriana ospite di una comunità, è stata portata al pronto soccorso a seguito di un attacco epilettico. I medici hanno valutato di trattenere la donna, già nota per problemi psichiatrici, per ulteriori accertamenti ma a un certo punto quest’ultima ha iniziato a diventare violenta.

Durante la colluttazione un medico e un oss, operatore socio sanitario, sono rimasti contusi e sono stati medicati dai colleghi: per loro alcuni giorni di prognosi. È intervenuto, insieme ai carabinieri, anche il servizio interno di sicurezza. Circa un mese fa si era verificata un’altra aggressione sempre a Cantù, ma tra luglio e agosto ci sono stati altri tre episodi, che hanno visto protagonisti sempre pazienti psichiatrici, anche all’ospedale Sant’Anna.

«Esprimiamo solidarietà per gli operatori – commenta Massimo Coppia, coordinatore della Rsu – chiediamo ancora una volta un intervento concreto della Regione. Basta parole però, dall’assessore regionale Giulio Gallera vogliamo i fatti».

I sindacati chiedono all’assessore al Welfare della Regione Lombardia un aumento del personale addetto alla vigilanza ma anche un intervento da parte dei prefetti affinché siano aperti costantemente i posti di polizia all’interno degli ospedali.

Solidarietà nei confronti del personale dell’ospedale è stata espressa anche da parte della Asst Lariana che aggiunge: «stiamo lavorando per rendere più sicura l’area del pronto soccorso. C’è un preventivo per il posizionamento di nuove telecamere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA