Saronno, sentita dottoressa
Denunciò in via anonima le morti sospette

L’esposto era stato presentato in via anonima ai carabinieri di Cantù, per questo il medico è indagato per omessa denuncia

Si è presentata spontaneamente presso il comando compagnia carabinieri di Saronno (Varese) Elena Sodavini, medico dell’ospedale di Saronno, che insieme ad una infermiera aveva presentato un esposto - però anonimo - per segnalare morti sospette nella famiglia dell’infermiera Laura Taroni, la quarantenne di Lomazzo arrestata per l’omicidio del marito insieme al compagno Leonardo Cazzaniga, il medico anestesista ritenuto responsabile di altri decessi in corsia di cui, al momento, 4 accertati.

L’esposto, come si legge nelle carte, è stato presentato a Cantù e fa riferimento a «morti che hanno colto in sequenza tanto ravvicinata quanto improvvisa i parenti più stretti di quella che in Ospedale è ̀nota per essere colei che intrattiene una relazione extraconiugale con il dottor Cazzaniga, tale signora Laura Taroni». L’esposto, analogo alla denuncia presentata in seguito anche da un’altra infermiera, avrebbe sollecitato gli inquirenti a indagare sulla scomparsa del marito della Taroni, morto a quarantacinque anni in casa sua il 30 giugno 2013, del suocero della donna, deceduto in ospedale a Saronno il 20 ottobre 2013, di uno zio di suo marito, caduto in una vasca di raccolta di liquami il 23 agosto 2013 e della madre della Taroni, Maria Rita Clerici, morta a casa della figlia il 4 gennaio 2014.

La dottoressa è indagata per omessa denuncia perché non avrebbe presentato un formale esposto di quanto sarebbe venuta a conoscenza sulle morti sospette dei familiari dell’infermiera arrestata, Laura Taroni.

Si è invece avvalso della facoltà di non rispondere Nicola Scoppetta, il primario del pronto soccorso di Saronno (Varese) indagato per omessa denuncia e favoreggiamento relativi alle sospette morti in corsia. «Non ho nulla da dire», ha replicato raggiunto al telefono il suo legale, Maurizio Pellicciotta.

«E’ una brava persona, un buon professionista, sono invidie sul posto di lavoro, come succede nelle aziende». Lo ha detto arrivando nella caserma di Saronno un parente di Leonardo Cazzaniga, il medico del pronto soccorso di Saronno (Varese), arrestato martedì mattina con l’accusa di aver volontariamente ucciso quattro pazienti in reparto e, in concorso con la sua amante e infermiera Laura Taroni, il di lei marito. L’uomo, che si è presentato come Giorgio, cugino di Cazzaniga, non ha voluto spiegare ai cronisti davanti la caserma il motivo della sua presenza. Ad una domanda ha risposto: «non ho mai parlato con lui di eutanasia».

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