Scandalo lampioni
«Noi in un anno
li abbiamo rifatti»

Como attende ancora il riscatto dei pali e la gara. Casnate, Lurago d’Erba, Cantù e Monza: tutti più avanti. I sindaci: «Impianti moderni e si spende molto meno»

Da dieci anni i comaschi aspettano la svolta. Gli ultimi tre sindaci hanno spiegato che per risolvere definitivamente i problemi dell’illuminazione pubblica bisogna tornare in possesso dei pali (il 90% è di Enel Sole) e poi mettere a gara il servizio di fornitura dell’energia, manutenzione e ammodernamento dei pali. Ma l’obiettivo non è mai stato raggiunto e la città sempre più spesso rimane al buio, come stiamo raccontando da giorni. Invece di migliorare, la situazione peggiora.

Eppure tanti Comuni della nostra provincia - e non solo - sono riusciti agevolmente a completare le procedure. Nell’arco di un anno, spiegano gli amministratori, «si può fare». Cantù ha avviato l’iter il 20 dicembre scorso e al più tardi per fine anno firmerà il contratto con la nuova società, durata 15 anni. È stata la Provincia a seguire la gara, come stazione appaltante (valore di poco superiore ai 9 milioni di euro) e lo sta facendo anche per altri piccoli Comuni.

Il precursore è stato Fabio Bulgheroni, sindaco di Casnate con Bernate: il Consiglio di Stato gli ha dato ragione, si è preso la rete e ha già rifatto tutti gli impianti.

I casi virtuosi

A buon punto Lurago d’Erba: «Ci siamo ripresi i pali - dice il sindaco Federico Bassani, ingegnere - Non era conveniente proseguire come prima, per la manutenzione andiamo a spendere la metà e avremo impianti che consumano meno, quindi un ulteriore risparmio. Con una trentina di Comuni partecipiamo a un bando regionale, siamo in attesa dell’assegnazione. Il problema più grande? Il contenzioso con Enel, che fa opposizione quando i consigli votano per il riscatto dei pali». Non solo piccoli Comuni, anche Monza: «Con la vecchia amministrazione c’è stato il voto per riprendersi i 12mila pali - spiega il vicesindaco Simone Villa - I giudici hanno respinto i ricorsi di Enel Sole. Sulla base della proposta di un gruppo guidato da Acsm-Agam ora si fa la gara. Chi vince avrà la gestione per vent’anni e dovrà riqualificare la rete sotto l’aspetto energetico e tecnologico. Il palo diventa un terminale per altri servizi, come il wi-fi».

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