Brunetta e i fannulloni del Parlamento

Il nostro Parlamento lavora tre giorni la settimana

Il ministro Brunetta sta tuonando in questi tempi contro i fannulloni, indicando come al solito i dipendenti pubblici. Ma nei giorni scorsi alla Camera durante la seduta per la discussione sull’emendamento governativo (la protezione della fauna selvatica) al Dl sugli obblighi comunitari, il Governo è andato sotto di due punti per l’assenza di decine di parlamentari, di cui soltanto una parte era in missione. L’opposizione era regolarmente presente al gran completo. Ci auguriamo che se ne sia accorto anche il ministro Brunetta che, speriamo, vorrà aggiornare le proprie misure contro tutti i fannulloni deputati della maggioranza, di cui lui stesso fa parte.

Gabriella Russo
Varese

Se n’è accorto anche il presidente del Consiglio, che di fronte alla figuraccia s’è infuriato come poche altre volte. E si capisce il motivo: sta cercando di dare del governo l’immagine d’una squadra vogliosa di fare, e addirittura presa dall’ansia del decisionismo perché sollecitata da una forte richiesta in tal senso che sale dal Paese. Ma perché l’esecutivo possa compiere per intero il suo dovere, è indispensabile che anche le truppe parlamentari si muovano – come direbbe Bossi - nel segno d’un identico “idem sentire”. Se invece sopravviene il lassismo, il governo finisce per trovarsi nodosi bastoni tra le ruote e il premier vede abbassarsi il profilo alto cui dichiaratamente tende nella legislatura.
Il guaio è, cara Russo, che non stiamo almanaccando su un episodio isolato, ma sull’ennesimo d’una lunga serie, la quale non risente del colore politico delle maggioranze. Il nostro Parlamento lavora tre giorni la settimana, ovviamente appropriandosi dell’ennesimo record negativo europeo, e neppure durante il triduo i sacerdoti della democrazia sono tutti presenti. Spesso molti delegano a pochi il compito di pigiare il pulsante durante le votazioni, così da potersi dedicare nel frattempo agli affari loro. Più volte denunciato, il malcostume se la cava sempre, ripresentandosi con immutata veste alla successiva occasione.
C’è speranza di cambiare lo status quo? Ce n’è poca. Perché tra i privilegi più gelosamente custoditi dalla classe politica, il meglio protetto è l’omertoso svicolare da provvedimenti tesi a introdurre un po’ di Paese reale nel Paese regale ove parecchi di lorsignori della Repubblica credono di vivere, forti d’una fede nell’impunità che la storia li autorizza a praticare. Ben venga dunque la cacciata dei fannulloni dalla Pubblica amministrazione, ma chi caccerà i superiori dei fannulloni medesimi?
Massimo Lodi

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