Como, altro che America
«Vogliamo che sia più comasco»

Foti e Bruni: «Il cda va all’unisono. Partiamo con i trust dei tifosi e l’appello a duemila lariani»

Il Como vuole fare l’americano? Davvero c’è la trattativa per cederlo allo yankee Piazza? «Una trattativa - rispondono il vicepresidente Flavio Foti e il consigliere delegato Fabio Bruni - presuppone una domanda e una offerta. Per ora abbiamo ricevuto solo manifestazioni di interesse , più di una, non solo Piazza. È evidente che ricevere manifestazione di interesse fa piacere ma non impegna, non vincola e non significa che il Como sia in vendita».

«Vorremmo piuttosto esprimere - aggiungono - quello che con grande serietà annunciammo nel non molto lontano 2012. E cioè che il Como tornava ai comaschi con un modello di società allargata, grazie a un gruppo, che originariamente era previsto di 20 soci, di appassionati. Mossi dalla passione per il Como, non certo da logiche speculative. È evidente perciò che anche in una ipotetica cessione il fattore economico non sarebbe sufficiente perché alcune emozioni non sono in vendita».

Dunque il Como resterà comasco? «Secondo noi il punto vero della questione non deve essere quello di potenziali trattative in corso, ma vorremmo invece condividere con la città, i lariani e il territorio , un sogno: proseguire questo progetto iniziato nel 2012 e che ci ha portato fin qui. E di coinvolgere il maggior numero di comaschi. I sogni - vedi la serie B - a volte si possono realizzare».

Condividere come? «A brevissimo partiremo con due progetti: il primo che riguarda il trust dei tifosi per offrire concretamente l’opportunità a ciascun appassionato di contribuire secondo le proprie disponibilità non solo economicamente ma anche in maniera partecipativa . Il secondo è il progetto “Sostenitori doc per il Calcio Como 1907” rivolto alla classe imprenditoriale e dirigente. Invieremo una lettera, che sarà trasmessa a giorni, a circa duemila persone selezionate per chiedere un loro coinvolgimento e supporto. Anche in questo caso non solo economico (alla portata di tutti) bensì partecipativo con la creazione di un network di relazioni».

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