Como, in campo a ogni ora
La ricetta dello spezzatino

Il preparatore atletico Barjie spiega i nuovi ritmi di lavoro imposti dalle stranezze del calendario

Campionato spezzatino, stagione lunghissima, praticamente nessuna sosta e la necessità di adeguarsi a tempi di recupero diversi e spesso più ristretti.

Si mangia a ore diverse, la colazione può diventare pranzo, il fisico e la testa si devono adeguare ogni settimana a un orario di gioco differente. Che implica un lavoro di preparazione ancora più accurato e innovativo. Ne parla Simon Barjie, preparatore atletico del Como per la seconda stagione.

Quanto cambia, per esempio. giocare a mezzogiorno piuttosto che alle sei dal punto di vista alimentare? «Dobbiamo ancora provare a giocare presto. Addirittura potrebbe capitare alle undici del mattino. In questo caso si fa una colazione tipo brunch, è opportuno sempre mangiare tipo tre ore prima della gara. Quindi se si gioca verso sera, si pranza e poi c’è uno spuntino».

Quanto può essere complesso per il fisico abituarsi a giocare a ore diverse? «Più che il giorno stesso della gara sono fondamentali il paio di giorni precedenti. Sia dal punto di vista alimentare che dell’allenamento. Sarebbe sempre opportuno, magari tra il giovedì e il venerdì, fare almeno un allenamento, una partitella, all’orario in cui si dovrà poi giocare».

Quest’anno poi, spiega Barjie, si dà molta importanza al fatto che lavorino tutti il giorno della partita, sia chi non è convocato o va in tribuna, sia chi resta in panchina o gioca comunque pochi minuti.

«Non è una novità assoluta, anche l’anno scorso quando si poteva si faceva. Ma quest’anno è diventata proprio un’abitudine. Chi non è convocato si allena a Orsenigo, altrimenti si fa lavorare sul campo dopo la gara chi non ha giocato. Per come è strutturata quest’anno la stagione, è assolutamente indispensabile dare “minutaggio” di lavoro a tutti. Nessuno deve stare troppo fermo».

L’intervista completa a Simon Barjie su La Provincia di venerdì 19 settembre

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