Como, il ds Dolci
sfida il suo passato

Ora è il direttore sportivo lariano ma a Novara ha cominciato di fatto a fare del calcio il suo vero lavoro. Vivendo due stagioni indimenticabili, quelle della cavalcata dalla C alla A.

Dolci, Novara è una realtà che lei conosce bene, e che ha vissuto in tempi molto recenti. È davvero, come sostengono in tanti, la squadra potenzialmente più forte del campionato?

«A livello di potenziale direi di sì. È probabilmente la squadra più forte di tutta la Lega Pro. Del resto arrivano dalla B, e speravano di poterla giocare anche quest’anno, è normale che siano più attrezzati degli altri».

Il Como è davanti, però. Dov’è quindi la sorpresa, nel primo posto del Como o nel fatto che il Novara non sia lì?

«Forse nessuna delle due cose. Il nostro primo posto è meritatissimo per quello che abbiamo fatto sinora. E loro sono comunque lì tra le prime. E presumo che sia noi che loro ce la giocheremo nelle prime posizioni per tutta la stagione. Sarà

una partita tra due squadre forti, una bella gara. Lì c’è il terreno sintetico, la palla andrà veloce e le qualità tecniche, che non mancano sia a noi che a loro, saranno ben evidenziate. Ma prevedo anche una partita intensa a livello agonistico. Dal risultato aperto a tutte le possibilità. Noi naturalmente andiamo là per vincere».

Ha visto e vissuto da vicino una doppia promozione. quindi, come si fa. Adesso con il Como potrebbe essere utilissima come esperienza... Ci sono analogie?

«Forse vedo più le differenze. Innanzitutto quella era una squadra di giocatori esperti, costruita spendendo molto, e per vincere subito. Cosa che accadde. Ma, se parliamo di quel campionato di Lega Pro, rispetto a questo certamente era un campionato meno livellato. Ci fu presto una spaccatura tra le primissime e le altre. C’erano Novara e Cremonese, poi il Varese. Quest’anno certamente la lotta per i primi posti coinvolge più squadre, quell’anno c’erano meno concorrenti».

Questo Como può assomigliare a quel Novara?

«Questo Como è stato costruito in tre anni, ha una genesi diversa. Il che forse è meglio, perchè una costruzione più lenta consente di mettere basi più solide».

L’intervista completa a Giovanni Dolci su La provincia di sabato 8 novembre

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