Eliminato il grana: era troppo caro
«Mense, quanto cibo sprecato»

Gli addetti alle cucine: «Un piatto di pasta in più non guasterebbe»

Un papà: «Impensabile pretendere pizza tutti i giorni».

Niente cacio sui maccheroni, a scuola i bimbi non mangiano più. L’Asl, da quest’anno, per prevenire l’obesità infantile, ha messo più verdura nei menù delle scuole, al posto dello yogurt o del budino c’è un frutto, e ha ridotto parmigiano e sale. La conseguenza è che gran parte del pranzo finisce in pattumiera. Non solo, qualche genitore infila nella cartella dei figli scatolette di grana già grattugiato per rendere più appetibile la zuppa.

Qualche dato: l’Asl dal 2011 al 2013 ha esaminato le abitudini alimentari di un campione di 1067 alunni comaschi, monitorando 34 scuole, il 30% di questi bambini risultava sovrappeso, l’8% obeso, il 16% aveva una dieta squilibrata.

Un risvolto interessante: i più magri abitano in alto lago. I cittadini sono più viziati? «Non lo so, però orientare i nostri figli ad una dieta sana mi pare giusto - riflette Rita Frigerio, insegnante responsabile del plesso di Civiglio -. Quest’anno hanno variato un po’ il menù, ma i bambini continueranno a preferire sempre e comunque la pizza. Certo, chi a casa fa sempre i capricci di certo non mangerà con gusto a scuola. Lo dico da insegnante, ma anche da mamma: imboccare non è un compito che possono svolgere i docenti, tocca a noi genitori. Quanto al servizio mensa noto che quando in loco era presente la cuoca era molto meglio, c’era un’attenzione diversa. Da qualche anno il cibo arriva da fuori, all’inizio era scotto e freddo, ora almeno hanno ottimizzato i tempi di trasporto».

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