Il postino a giorni alterni
«Così si danneggia il lago»

I sindacati provinciali contro il piano di Poste Italiane. Raccolta di firme, sciopero e un appello al prefetto: «Inaccettabile»

Posta a giorni alternati, rischio caos soprattutto nell’alto lago. I sindacati sono pronti alla mobilitazione, che comincia con una raccolta di firme e culminerà con lo sciopero il 23 maggio.

La storia è nota. L’intenzione di Poste italiane è trasformare il recapito della posta entro il 27 giugno su tutta la nostra provincia, compreso il capoluogo, a giorni alterni. Significa che il postino lascerà nelle cassette le lettere, bollette e cartoline un giorno sì e uno no, mentre le raccomandate, i giornali, gli atti giudiziari e la posta prioritaria andranno sempre a destinazione grazie a un postino plus.

«Le zone periferiche saranno quelle più colpite perché lontane e con un grande territorio da coprire – ha sostenuto Marco Di Vico di Slc Cgil in una conferenza stampa tenutasi ieri mattina a Como – temiamo che con il taglio del personale il servizio andrà sotto agli standard qualitativi».

Per questo il 23 maggio tutte le sigle hanno indetto sciopero, niente posta. In più è partita una petizione, si può firmare oggi, il 13 maggio, a Como all’angolo tra via Perti e via Vittorio Emanuele, dalle 9.30 alle 13, stesso orario il 17 maggio in largo Miglio, davanti al Volta, ultimo appuntamento il 20 dalle 14.30 alle 18 in piazzale San Gottardo sempre in città. Chi protesta ha chiesto un incontro ufficiale con il Prefetto Bruno Corda, l’appello è a tutte le autorità, per esempio la Provincia di Como, per chiedere a Poste italiane di un passo indietro. Almeno per riuscire a programmare una migliore organizzazione della posta a giorni alterni, garantendo meno tagli al personale. Anche perché in questo ultimo periodo nel comasco hanno chiuso tre uffici postali, a Faloppio, Bulgorello e in Como 3, altri 17 sportelli sono aperti a giorni alterni.

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