La nuova moda dei ragazzi
Sul San Primo per vedere l’alba

Diventa un rito l’idea di due giovani alpinisti

E l’ultima volta hanno risposto addirittura in 66

Un’ora e mezzo di camminata, poi lo spettacolo

Si sono svegliati nel cuore della notte, si sono coperti fino al naso, si sono piazzati le torce in testa e hanno iniziato a salire nel buio più totale. Da Pian Rancio, su per gli impianti, sulla cresta Terrabiotta con il primo raggio di sole. Un’ora e mezzo di camminata, con il cielo che diventava sempre più chiaro e il freddo che si sentiva sempre di meno. Poi, in cima a al San Primo, il premio. L’arrivo del sole. Un’alba mozzafiato con il cielo che diventava chiaro di colpo e il profilo del Monte Rosa che si incendiava.

È la nuova moda, l’alba al San Primo ideata da Marco Marinetti di Como e Gabriele Negretti di Lipomo, 24 anni entrambi.

«Capita spesso, se come noi si va in montagna presto, di vedere l’alba , ma non già in cima- racconta Marco -. Tre anni fa, quando ci fu la grande nevicata, io e Gabriele pensammo di vedere l’alba il giorno della befana. Siccome entrambi avevamo il pranzo in famiglia abbiamo detto a che ora partiamo alle 7. Abbiamo detto allora per partire alle 7 tanto vale partire alle 6 così vediamo l’alba e ci siamo svegliati alle 5 e mezzo». L’alba di quel giorno ripagò le fatiche e l’anticipo della partenza. Quindi i ragazzi pensarono a un bis e quando arrivò il giorno giusto si ritrovarono in dieci a vedere lo spettacolo. Quest’anno hanno deciso di lanciare l’evento su facebook.

«Pensavamo di arrivare a trenta invece al mattino ci siamo trovati 66 persone che arrivavano un po’ da ogni parte di Como, ma anche da Lecco e Monza. Abbiamo incrociato anche una ragazza inglese che si è unita a noi. Solo due partecipanti si sono ritirati. Con tutti gli altri 64 siamo arrivati in cima. Uno aveva addirittura la bici in spalla per ridisicendere con quella». Il sole è sorto alle 8.04 e quanto fosse bello lo spettacolo si vede dalle foto scattate da Stefano Tagliabue, Il gruppo è stato immortalato da Thomas Gusmeo, quasi tutti ragazzi giovani di vent’anni e dintorni, più un quarantenne, un ragazzino di 12 anni accompagnato dalla zia e un sedicenne.

«È bello perchè si parte vestiti a cipolla, prima più coperti, poi meno perchè camminando ci si scalda. All’inizio servono le torce, poi il cielo si illumina e alla fine c’è lo spettacolo finale. Se ci fosse stata anche la neve potevamo partire con gli sci e fare la discesa sciando. Ma quest’anno di neve ce n’era poca quindi siamo scesi ancora a piedi».

Grande risposta

Marco e Gabriele sono due sci alpinisti hanno fatto il corso del Cai. «Ma siamo arrivati tutti senza problemi, chi dopo chi prima. I più giovani sono arrivati per primi. Il bello della partenza così è presto è che per le dieci e mezzo eravamo di nuovo a Lipomo e ognuno poteva presentarsi al pranzo di famiglia. Fai fatica e sei un po’ stanco, ma sei rigenerato dalla camminata e dallo spettacolo che hai visto».

E infatti le foto dei «64 draghi all’alba sul San Primo» stanno colonizzando i profili facebook dei ragazzi facendo proseliti per fare diventar e fisso l’appuntamento dell’Epifania.

Anche se l’alba al San Primo può diventare una moda di tutte le domeniche.

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