«Non dovevano dimettere Liam»

GuanzateLa famiglia del bimbo di quattro mesi morto chiede chiarezza. Il Sant’Anna ha disposto un’indagine

Il dolore dello zio: «Stavamo preparando la festa del battesimo. E ora invece dovremo celebrare il suo funerale»

«Non vogliamo vendetta, ma solo chiarezza». Sono le parole di Toni Tucciarello, lo zio del piccolo Liam Salvatore Tozzi, di soli quattro mesi, morto ancora senza un perché.

Con il cuore gonfio e la voce rotta, chiede verità e giustizia. Non astiosa vendetta, anche se in questo momento il dolore è opprimente. Vogliono conoscere il motivo per cui un bambino così piccolo se ne è andato poche ore dopo essere stato dimesso dall’ospedale con una cura antibiotica. Quel bambino adorabile che riempiva di gioia la vita della mamma Giusy e del papà Roberto (da poco residenti a Grandate, ma conosciuti soprattutto a Guanzate).

La ricostruzione

Dieci giorni prima una bronchite asmatica curata con l’aerosol, poi mercoledì la febbre che sale altissima e la corsa immediata al pronto soccorso pediatrico dell’Ospedale Sant’Anna. Svariati controlli poi il piccolo viene dimesso. Secondo la pediatra che lo visita, può tornare a casa; invece, in tarda sera il viso del piccolino cambia repentinamente colore. Qualcosa di grave sta succedendo, nonna Filippa prende tra le braccia quel nipotino che ogni giorno accudisce quando mamma Giusy è al lavoro e, seguendo le indicazioni del 118, cerca di rianimarlo.

Arrivano i soccorsi, poi la corsa disperata all’ospedale, ma per il piccolo non c’è più niente da fare. Attorno all’una il cuoricino di Liam si ferma per sempre.

«Era un bambino speciale per noi - dice lo zio - Non riesco a dimenticare quando al mattino l’ho preso in braccio e lui rideva felice. Non ce l’abbiamo con nessuno, non vogliamo per forza addossare la colpa ai medici. Non cerchiamo a tutti i costi dei colpevoli, ma la verità sì. Oggi la parola che vorremmo fosse scritta è una sola: chiarezza. Una chiarezza che ci possa dare un po’ di sollievo. Anche se non restituirà alla sua mamma Liam, non scomparirà il dolore, lo sappiamo».

Ciò che i familiari non riescono a capire è il motivo per cui il piccolino non potesse essere trattenuto in ospedale, per poi eventualmente essere dimesso solo dopo un’attenta valutazione.

«Un bambino così piccolo non può spiegare come si sente - prosegue lo zio - perché allora non avere qualche scrupolo in più e trattenerlo in osservazione in ospedale fino a che tutto non si fosse risolto?».

Un sogno distrutto

La morte del bimbo ha distrutto in un attimo il sogno di una vita diversa nell’appartamento della casa di famiglia, in via Cascina Baia del Re, a Guanzate, che i genitori di Liam stavano ristrutturando e in cui contavano di trasferirsi definitivamente.

C’era anche una bella festa in arrivo: il battesimo.«È assurdo pensare che stavamo organizzando il battesimo e invece dovremo pensare al suo funerale» scuote la testa Tucciarello.

L’ultimo saluto al piccolo non potrà essere dato fino a quando non sarà stata effettuata l’autopsia disposta dalla Procura, che sul caso ha aperto un’inchiesta. Anche l’ospedale Sant’Anna (che ha disposto un’indagine interna) ha sospeso ogni commento sino all’esito dell’autopsia

Tante domande e, per ora, nessuna risposta. «Non ci solo parole di fronte ad un dolore così grande, occorre solo pregare»: così il parroco don Mauro Colombo.

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