Tangenziale intera o resterà il caos
Secondo lotto, piano in cento giorni

Il traffico di questi giorni fa emergere l’importanza del completamento dell’opera Fermi: «A ottobre pronto lo studio sui costi». Braga: «Le risorse sono nel patto Renzi-Maroni»

Camerlata e Lazzago ostaggi del traffico. La concomitanza dei cantieri in via Paoli e via D’Annunzio, la chiusura della Varesina e il divieto di transito ai mezzi pesanti sul viadotto Oltrecolle-Canturina riportano in primissimo piano l’assenza del secondo lotto della tangenziale di Como. Il primo tratto, dall’autostrada A9 all’Acquanera, è lungo poco meno di tre chilometri (a pagamento) e il progetto di collegarlo alla Briantea bypassando Lipomo è rimasto sulla carta, benché fosse arrivato in uno stadio avanzato. Il tracciato alternativo, predisposto dall’amministrazione provinciale, non è mai sfociato nemmeno in una soluzione preliminare.

«Troppo costoso», lo definì l’ex presidente della Regione Roberto Formigoni proponendo al Governo «il differimento». Da allora sono trascorsi quasi sette anni, ma di passi in avanti non ne sono stati fatti. Nel maggio del 2015 è stato aperto il primo lotto, ma per il destino del secondo tratto bisognerà aspettare ancora, almeno fino a ottobre.

Cento giorni per chiarire se si potrà avviare la fase di ricerca delle risorse (alcune centinaia di milioni di euro) per realizzare il collegamento. Tra l’altro entro la fine dell’anno il primo tratto diventerà gratuito, perché verrà stralciato da società Pedemontana e farà parte di una nuova società formata da Regione e Anas. Questo significa che il completamento e il relativo finanziamento spetteranno al pubblico.

«Abbiamo fatto fare a Infrastrutture lombarde - spiega il sottosegretario regionale Alessandro Fermi - uno studio per verificare la diminuzione dei costi in base all’utilizzo del sistema cosiddetto “a talpa” per gli scavi e, in alternativa, dell’incidenza sui costi della realizzazione a canna singola (in pratica una galleria con due sensi di marcia, nd). La società ha tempo fino al prossimo ottobre per consegnare lo studio che dovrà farci capire se, cosa che auspico, la riduzione dei costi può essere tale da far accantonare i progetti alternativi, concentrandosi quindi sull’unico obiettivo di recuperare risorse per realizzare il progetto definitivo». Fermi aggiunge anche che le ipotesi di partenza parlano della riduzione «di un terzo» della somma. Quindi di quasi 300 milioni di euro: si scenderebbe da 850 milioni a poco più di 500. «Questa - conclude - sarebbe la soluzione migliore anche dal punto di vista dell’impatto ambientale, trattandosi di un tracciato in gran parte in galleria. Senza contare che è un progetto definitivo, mentre le alternative non sono altro che studi di fattibilità».

Il sindaco Mario Landriscina chiarisce di aver parlato della questione del secondo lotto «con il governatore Roberto Maroni» e aggiunge: «A breve incontrerò le categorie e il tavolo della competitività per riaffermare che il secondo lotto è la priorità del territorio». «L’opera - afferma il primo cittadino - deve essere completata ed è necessario un contributo della Regione, che è intenzionata a trovare i finanziamenti per poterlo fare».

Sul fronte dei parlamentari, la deputata comasca del Pd Chiara Braga sottolinea: «Nel Patto per la Lombardia firmato il novembre scorso dal Governo Renzi c’erano i 2,7 miliardi a garanzia del completamento di Pedemontana. Il protocollo tra Anas e Regione si fonda su quel l’impegno del Governo centrale. Certo, le vicende finanziarie preoccupanti di Pedemontana ci fanno guardare con grande attenzione al tema del completamento delle tangenziali, peraltro sul territorio ci sono ritardi anche per altre opere connesse che interessano ad esempio i comuni della Bassa comasca. Mi auguro che il presidente Maroni presti la massima attenzione a tutte queste situazioni, coordinandosi con le amministrazioni locali che stanno subendo i disagi di questi ritardi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA