Villa Guardia, allarme conti in piscina
Ma nessun rischio per i bagnanti

Nonostante la folla per il gran caldo, l’impianto Wet Life è in sofferenza. Il Comune, garante del mutuo di 4 milioni, ha deciso di tutelarsi scegliendo un avvocato

Che la piscina di via Tevere, adesso affollatissima viste le temperature infernali che stanno facendo soffrire un po’ tutti, navigasse in acque poco rassicuranti dal punto di vista economico, lo si sapeva da tempo. Ma la temperatura si è alzata metaforicamente anche per il rischio che corre il Comune.

E così l’ente amministrato dalla Giunta di Valerio Perroni si tutela mettendo sul piatto cinquemila euro per l’incarico ad un legale milanese «specialista in materia bancaria e fallimentare a causa del probabile imminente fallimento dell’attuale gestore della piscina Wet Life».

Questo si legge nella determinazione del 28 luglio attraverso cui si dà incarico all’avvocato Angelo Bonetta dello Studio legale Bonelli Erede Pappalardo di Milano.

La storia della piscina di via Tevere è anche fatta di tanti soldi spesi per un impianto impegnativo da gestire. La società Wet Life, che gestisce la piscina, è legata al Comune perché il municipio è garante del mutuo ventennale con rata di circa 350 mila euro all’anno per pagare la costruzione dell’impianto, che costò circa 4 milioni di euro e che fu fatta con una formula di project financing. Dopo 15 anni la piscina resterà di proprietà del Comune.

Dalla Wet Life comunicano che la notizia non ha nessuna ripercussione sui clienti e l’apertura della piscina. Il sindaco Valerio Perroni precisa: «Parliamo di un piano di ristrutturazione, non di un fallimento. La società Wet Life ha in corso con le banche da circa due anni un piano di ristrutturazione del debito originariamente assunto, tanto che il Comune ha sospeso l’erogazione del contributo annuale sin dal dicembre 2015. Purtroppo a fine luglio la società ci ha comunicato che le trattative si sono arenate»

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