Accuse alla polizia per l’arresto
Ma l’immigrato difende gli agenti

Critiche via Facebook: «Sono stati violenti». Il testimone: «Non è vero». Il giovane condannato a 9 mesi per lesioni e resistenza

«Non mi sembra né minaccioso né pericoloso ma solo africano... sarà un crimine probabilmente». Facebook trasforma l’arresto di domenica pomeriggio ai giardini a lago di un migrante del Gambia nell’ennesima occasione per creare polemiche.

A prendere di mira l’operato degli agenti della Questura di Como è stato un post, corredato da cinque fotografie (una delle quali pubblicata qui a lato) scattate da un richiedente asilo che ha immortalato l’attimo in cui i poliziotti hanno immobilizzato e ammanettato un 27ennedel Gambia.

A raccontare cos’è realmente accaduto domenica ai giardini, e a difendere l’operato dei poliziotti (sgomberando il campo dall’idea che a spingerli all’arresto fossero le origini dell’arrestato) è l’uomo che ha chiamato il 112 e in difesa del quale sono intervenute le volanti della Questura: un 43enne, senegalese, a Como da circa un anno e mezzo. «Violenza? Non c’è stata nessuna violenza».

Ieri mattina il giovane migrante arrestato ha patteggiato 9 mesi di carcere - pena sospesa - per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale (uno degli agenti ha riportato una prognosi di 10 giorni).

Sull’arresto è intervenuta ieri, sempre su facebook, la Silp Cgil: «I lavoratori di polizia hanno utilizzato gli strumenti e i protocolli che la legge consente. È superfluo fare ogni discorso legato al colore della pelle in quanto gli operatori della Polizia di Stato in ogni situazione garantiscono la sicurezza ad ogni essere umano, cittadino italiano o straniero che sia».

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