Asilo Sant’Elia, gioiello dimenticato
Lavori infiniti: riaprirà (forse) nel 2023

Lungaggini e pasticci: tempi lunghi per restaurare la scuola progettata da Terragni - Conto quasi raddoppiato: servono 870mila euro. Il Comune chiede aiuto alla Soprintendenza

Si prospettano tempi ancora lunghi per la riqualificazione dell’asilo Sant’Elia.

A due anni dalla sua improvvisa chiusura, il gioiello architettonico del Razionalismo comasco, progettato e realizzato da Giuseppe Terragni, versa ormai in condizioni di abbandono. Suscita incredulità la data prevista dal Comune per una sua possibile riapertura: gennaio 2023. A conti fatti, si parla quindi di oltre un anno di attesa prima di tornare a rivedere i locali della struttura frequentati dai bambini, al momento trasferiti nel vicino istituto “Severino Gobbi” di via Viganò.

L’ipotesi emerge da una relazione tecnica inviata a marzo dal responsabile unico del procedimento, l’architetto Alfredo Ballerini, in risposta a un’interrogazione presentata in consiglio comunale da Vittorio Nessi (Svolta Civica).

Il documento aiuta a ripercorrere le tappe della paradossale vicenda che sta interessando uno dei maggiori capolavori razionalisti della città.

Partiamo dall’inizio: l’edificio viene chiuso nel 2019 per rendere possibile un intervento di sostituzione dei controsoffitti, minati da infiltrazioni e considerati pericolosi. Una superficie in laterizio perret di circa mille metri quadrati, con un peso di circa 44 tonnellate di materiale appeso, si sarebbe dovuta rimuovere per provvedere all’installazione di un nuovo sistema di controsoffitti più stabile e leggero. L’operazione, comprensiva anche di rifacimento dell’impianto elettrico, avrebbe richiesto una spesa di 470mila euro.

Di fatto, tuttavia, tra luglio e agosto 2020 il progetto, già predisposto, si arena per via di un confronto con la Sovrintendenza, mirato a «definire - si legge nel documento - il quadro complessivo degli interventi necessari ad assicurare il restauro completo dell’edificio, e per procedere a tutti gli adeguamenti di legge». Non più soltanto solette e controsoffitti dunque, ma anche ripristino della pavimentazione esterna, risanamento degli intonaci, sistemazione delle aree verdi. Si tratterebbe di modifiche rilevanti rispetto all’impianto progettuale originario, con connesso incremento delle spese fino a 820mila euro.

Al momento, restano vaghi i prossimi passaggi amministrativi e operativi da intraprendere: «Condivise alcune ipotesi - scrive l’architetto Ballerini - circa il restauro e adeguamento dell’asilo Sant’Elia […] si è ipotizzato, con l’attuale direttore del settore, di richiedere un incontro al sovrintendente al fine di valutare la linea di azione da seguire». Una linea di azione, prosegue la relazione «finalizzata a consentire la riapertura dell’asilo entro il gennaio 2023».

Telegrafico, in merito, il commento del consigliere Nessi: «Le risposte pervenute da Palazzo Cernezzi non ci lasciano per niente soddisfatti». La speranza è infatti quella di poter restituire il prima possibile ai comaschi un’opera dall’enorme valore artistico e culturale, oggi ridotta in pessimo stato a causa dell’incuria.

Sul punto, ieri l’assessore ai Lavori pubblici Pierangelo Gervasoni non è stato reperibile. Va detto però che si tratta di una vicenda che Gervasoni, subentrato in giunta nel luglio 2020, ha ereditato dal predecessore, Vincenzo Bella.

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