B&b, mille posti letto in città
E ora il Comune pensa a una tassa

Cresce il numero di chi affitta ai turisti - Le attività sono 229. L’assessore Lorenzo Spallino: «Bisogna che paghino»

Con la grande espansione del fenomeno delle case vacanza in città, Palazzo Cernezzi, in un futuro non molto prossimo, dovrà pensare a introdurre una tassazione per l’avviamento di questo genere di attività (esiste la tassa di soggiorno ma, come noto, grava sul turista).

Soprattutto nella città murata sono in forte aumento gli appartamenti destinati ad ospitare i turisti. Agli sportelli comunali nell’ultimo anno, sotto la spinta di normative e controlli più severi, hanno dichiarato l’inizio di questa attività ricettiva in 229. Nell’ottobre del 2016 le case vacanze note agli uffici pubblici erano solo 154, dieci mesi prima un centinaio. Non si tratta di semplici cittadini che affittano una stanza e offrono una colazione, ma di grandi società immobiliari che investono per comprare interi edifici, palazzi, ex uffici e trasformarli in alloggi per turisti.

«Non ripagano la comunità con la costruzione di parcheggi o con il pagamento di altri oneri - spiega l’assessore all’Urbanistica Lorenzo Spallino - come capita invece a tutte le attività alberghiere e commerciali. Le case vacanza però non possono essere equiparate a semplici residenze. Se una società vuole investire e aprire decine e decine di case vacanza in pieno centro storico è giusto che dia in cambio qualcosa alla città. Discuterò presto in giunta questo argomento, questo fenomeno può nel lungo periodo cambiare Como, per questo deve essere monitorato».

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