Boschi e giardini minacciati dalla siccità. E qualche pianta sta già fiorendo

Meteo Le prospettive per la vegetazione sono allarmanti. L’agronomo: «A casa separare la rete potabile da quella per irrigare. Riciclare l’acqua della pasta? Si può»

Senz’acqua i paesaggi attorno a noi stanno cambiando, la natura si risveglia già ma rischia nei prossimi mesi di patire la mancanza d’acqua e di andare incontro a una stagione di grande sofferenza. I boschi e i pascoli si spostano verso altre altitudini e anche le montagne attorno al lago sono destinate a trasformarsi. Uno degli effetti delle temperature sopra la media si vede a occhio nudo sulle piante e sugli alberi, i boccioli sono già pronti e nei prati perfino a gennaio si sono visti alcuni fiori. Ma, per contro, la siccità rischia di compromettere la ripartenza delle piante.

«Già l’anno scorso per colpa della siccità abbiamo avuto grossi problemi. Tra luglio e agosto nei boschi si sono notate macchie di vegetazione completamente secca»

«Il problema è che manca l’acqua e molti alberi alla ripresa vegetativa non ripartiranno – spiega Ettore Piero Antonio Frigerio, presidente dell’Ordine dei dottori agronomi forestali di Como, Lecco e Sondrio – Diverse piante hanno ancora addosso le foglie. Già l’anno scorso per colpa della siccità abbiamo avuto grossi problemi. Tra luglio e agosto nei boschi si sono notate macchie di vegetazione completamente secca. I faggi sono le piante che forse hanno sofferto di più, qui ormai non hanno futuro, i vivaisti non li coltivano più. Al contrario si stanno inserendo bene le querce da sughero e gli ulivi che crescono senza problemi anche distanti dal lago. Una volta da noi le mimose scoppiavano per il gelo, oggi invece anche le canfore si sono ben ambientate».

Uno scenario più mediterraneo che prealpino. «La siccità invernale è grave e anomala – dice Angelo Vavassori, agronomo comasco – Le piante senza pioggia sono già esposte al sole e a temperature miti, con la primavera in anticipo di tre o quattro settimane. La natura è ferma, nel momento di massima richiesta d’acqua che precede lo sbocciare della nuova stagione. La forte escursione termica tra notte e giorno non aiuta. In montagna la vegetazione che prima si riproduceva a 1000, 1500 metri, adesso sale anche oltre i 1800 metri. Al posto della neve. I boschi sono in espansione e tolgono spazio alle malghe e ai pascoli».

«Dobbiamo dividere l’acqua separare quella per l’irrigazione da quella potabile per uso domestico. Solo così possiamo salvare il nostro verde»

Uno dei problemi con cui dovremo fare con ogni probabilità i conti a breve è il contingentamento dell’acqua, se non in riva al lago almeno in ampie parti della provincia. Diventeranno gialli anche i parchi e i giardini? «Dobbiamo dividere l’acqua – suggerisce Vavassori – separare quella per l’irrigazione da quella potabile per uso domestico. Solo così possiamo salvare il nostro verde. Per i giardini il consiglio a stretto giro è potare, ridurre subito la vegetazione così che la crescita primaverile sia moderata. Mentre, salvo gli alberi, adesso è presto per iniziare a piantare».

C’è chi usa l’acqua della pasta per annaffiare senza sprecare preziose risorse. Se l’acqua è fredda si può fare, l’amido della cottura della pasta o delle patate è un zucchero che arricchisce il terreno. Bisogna però evitare di mettere il sale, oppure usarne pochissimo, altrimenti le piante bruciano. Quanto alle previsioni, a parte qualche goccia oggi, la maggior parte dei servizi meteo non prevede più l’arrivo di piogge sul lago nei prossimi giorni.

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