Carne sotto accusa
«Ma la scelta giusta
è una dieta equilibrata»

Gli esperti comaschi dopo lo studio dell’Oms:«Bistecca e insaccati in quantità limitate non fanno male»

L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha inserito alcuni tipi di carne tra le sostanze che possono contribuire a causare tumori. In particolare, consumare ogni giorno 100 grammi di carne rossa farebbe aumentare il rischio di cancro al colon del 17%, mentre mangiare 50 grammi di carne lavorata incrementerebbe il rischio di cancro del 18%. Nulla di paragonabile agli effetti devastanti di fumo e alcol, ma abbastanza per scatenare reazioni incontrollate tra i consumatori.

Gli esperti comaschi invitano tutti a evitare inutili allarmismi e spiegano che lo studio dell’Agenzia internazionale dovrebbe semplicemente spingere i cittadini a osservare una dieta equilibrata. «Non bisogna demonizzare le carni rosse - dice Monica Giordano, primario di Oncologia al Sant’Anna - semmai limitarne il consumo a una o due volte la settimana, seguendo una dieta varia e bilanciata».

Non è la prima volta che gli esperti parlano di relazione tra alcuni alimenti e cancro ma gli ultimi studi portati alla luce in queste ore hanno fatto scattare l’allarme. Gli insaccati, secondo l’Oms, sarebbero ancora più pericolosi in quanto trattati con una serie di processi chimici per migliorarne aspetto, conservazione e sapore.

«Esagerare non è mai un bene - afferma Francesca Noli, nutrizionista comasca - le nostre carni sono, in genere, molto magre, anche i salumi si sono molto “evoluti” e la percentuale di grasso dei suini macellati è più bassa rispetto al passato. Dico no alle decisioni drastiche, la scelta giusta è una dieta varia, equilibrata. Con frutta, verdura, legumi, pesce, e carne rossa un paio di volte alla settimana».

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