Chi li riconosce?
Caccia ai vip di Como
vestiti da pirati e damine

Serata di puro divertimento al Teatro Sociale. Tanti volti noti in Sala Biancae il ricavato andràa sostenere Sim-patia

«Da cosa sei mascherato?» «Da niente, son qui per lavoro». «Ciao, ma non sei in costume?» «No, devo fare l’articolo per il giornale». «Ma da cosa sei vestito?» «Da giornalista della Provincia che viene a teatro», ma a parte questo guastafeste pochi altri hanno tradito la consegna di questa prima edizione del Ballo di Capodanno “2.0”.

Una tradizione antica per il Sociale che si è rinnovata completamente venerdì sera grazie alla Società dei Palchettisti e ad Aslico che hanno voluto reinterpretare in chiave moderna anche se il “dress code” suggerito agli ospiti proponeva di scegliere tra le “Maschere del teatro”. Ecco così la Sala Bianca del ridotto rigogliosa di dame settecentesche e di gentiluomini d’altri tempi che sembravano sul punto di inginocchiarsi esortando “Madamina...”. Senza troppa fantasia sembrava di essere immersi in una sala da ballo del Secolo XVIII (o in una scena di “Amadeus”). Qualche costume spiccava per originalità: un centurione romano forse più vicino al Colosseo che al Teatro veniva riscattato da una bella Aida. Michele Viganò, imprenditore comasco e patron di ComOn spiccava con un completo da credibile Calaf mentre il presidente dei palchettisti, Francesco Peronese, che ha salutato gli ospiti completamente travisato da una maschera veneziana, era irriconoscibile e perfettamente in parte. Assolutamente a suo agio anche in foggia antica il direttore del Lake Como film festival Alberto Cano e Luca Guffanti, presidente dell’Ance.

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