Como: «Chiediamo uniti
la Zona economica speciale»

Il sottosegretario regionale Fermi lancia la proposta di una mobilitazione generale del territorio. «Tavolo competitività e i sindaci approvino la mozione: agevolazioni fiscali e burocratiche, sfida al Canton Ticino»

Como

Avete presente la carta sconto benzina? Nei comuni della provincia di Como e di quella di Varese nella fascia di confine con il Canton Ticino e la Svizzera viene riconosciuto ai residenti un bonus carburante che tende ad annullare il vantaggio del prezzo svizzero. Così gli automobilisti comaschi e varesini non hanno convenienza ad attraversare il confine per fare il pieno dove costa meno ma possono farlo nei distributori italiani a un prezzo equivalente. In parte questo ha fermato i pendolari del carburante e ha portato benefici alle casse statali perché per ogni litro di benzina la quota fiscale supera quella industriale.

Si muove da questa esperienza la proposta di legge al Parlamento italiano approvata l’8 luglio 2014 dal Consiglio regionale della Lombardia con il titolo “Istituzione di Zone economiche speciali (Zes) nelle aree territoriali della Lombardia confinanti con la Svizzera”. Tra elezioni europee, leggi elettoriali, riforme costituzionali e referendum la proposta lombarda, purtroppo, è rimasta ferma negli uffici della Camera a Roma. Ora viene fortemente rilanciata dal sottosegretario regionale Alessandro Fermi, che dal presidente Roberto Maroni, ha ricevuto le deleghe per l’attuazione del programma, i rapporti istituzionali nazionali e le relazioni internazionali.

«Si vada a votare nel 2017 o nel 2018 non importa - spiega Fermi - vorrei però che questa particolarità del nostro territorio venisse riconosciuta. La proposta è che chi preparerà il programma della prossima legislatura, chiunque poi vinca, pensi anche a riconoscere delle peculiarità territoriali. E la nostra è certificata. Non solo dal punto di vista geografico e logistico. Ma anche concreto: sappiamo tutti quanto le nostre imprese soffrano per la concorrenza svizzera del Canton Ticino che attrae molto più di noi per le agevolazioni fiscali alle imprese e per i tempi della burocrazia. Per questo grandi gruppi dovendo scegliere la localizzazione per il mercato del Sud Europa scelgono il Ticino invece di Como».

Come procedere allora per fare lobby territoriale? «Propongo che l’iniziativa venga sostenuta da tutti i sindaci, ai quali nei prossimi giorni invierò una lettera con il testo della mozione da sottoporre ai consigli comunali per discutere e approvare questa richiesta, il tavolo della competitività, le associazioni di categoria. Insomma, tutte le voci del territorio facciano una richiesta corale per il bene comune. Chiediamo che formalmente il nostro territorio sia preso in considerazione da chiunque avrà il compito di rappresentarlo nelle varie istituzioni e dal parlamento nel suo insieme. E che la nostra peculiarità venga sancita con il riconoscimento di uno status speciale».

Il servizio completo nell’edizione de La Provincia in edicola domenica 15 gennaio

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