Como, indagata maestra d’asilo
«Picchiava i bimbi»

Educatrice indagata per maltrattamenti e lesioni. La denuncia presentata da un genitore. Gli inquirenti: strattonati, presi per le orecchie e umiliati

Como

È uscito dall’asilo con la guancia arrossata. Quando il padre ha chiesto cosa fosse successo ha spiegato che era stata la maestra. E che non era la prima volta che capitava, «perché a volte facciamo i monelli». È iniziata così. Con lo sfogo di un bambino di 4 anni al termine della giornata trascorsa all’asilo. Ed è finita con i poliziotti della squadra mobile che hanno consegnato alla maestra l’avviso di chiusura indagini a suo carico, con l’accusa di maltrattamenti e lesioni.

Un’inchiesta delicata, condotta tra la fine di aprile e i primi di giugno dalla polizia, che ha spinto la Procura di Como a formalizzare le accuse a carico della maestra.

La donna, 42 anni, originaria di Potenza e a Como da qualche anno (di cui omettiamo il nome per tutelare i bambini, potenziali vittime dei maltrattamenti, così come non scriveremo il nome della materna dove gli episodi contestati sono avvenuti) ha venti giorni di tempo per chiedere di poter essere interrogata, spiegare la sua posizione ed evitare che il magistrato possa chiedere il processo a suo carico.

Al momento a suo carico, oltre alla denuncia del papà del bambino schiaffeggiato, vi sarebbero un mese e mezzo di riprese video.

I detective della squadra mobile della Questura, dopo aver raccolto lo sfogo del genitore e messo agli atti il referto medico del pronto soccorso che confermava la presenza di una “iperemia cutanea acuta” sulla guancia del bambino compatibile con uno schiaffo, hanno infatti piazzato - su mandato della Procura - delle telecamere all’interno delle aule della materna (una scuola comunale). E per un mese e mezzo hanno registrato quanto accadeva durante la presenza dei bambini.

Sono così stati registrati diversi episodi che hanno convinto la magistratura a intervenire.

La maestra sarebbe stata immortalata mentre, in classe, prendeva con forza per le orecchie alcuni bambini, li strattonava con violenza per un braccio, li sgridava con atteggiamenti giudicati umilianti dagli inquirenti (ad esempio alcuni piccoli venivano costretti a restare “puniti” con la testa appoggiata sul banco o venivano loro negati i biscotti, dati invece agli altri, per aver disobbedito).

Nei giorni scorsi il pubblico ministero ha formalmente chiuso l’inchiesta e ha notificato alla maestra e al difensore d’ufficio l’avviso di chiusura indagini ipotizzando i reati di maltrattamenti e lesioni. Ora la parola passa alla difesa. Entro la fine del mese l’indagata può chiedere l’interrogatorio, nel tentativo di spiegare le proprie ragioni ed evitare di finire davanti a un giudice.

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