Como, la “città che vorrei”: ecco come la immaginano le famiglie tra ampi spazi ricreativi e un’aria più pulita

I progetti Tante “città che vorrei” realizzate con materiali di recupero: hanno partecipato al laboratorio, organizzato dalla scuola dell’infanzia “Gianni Rodari”, un centinaio di famiglie comasche

Durante il fine settimana, in Piazza Martinelli, le famiglie di Como hanno ideato e realizzato “La città che vorrei”,un’iniziativa della Scuola dell’Infanzia “Gianni Rodari” che ha riunito cento famiglie in piazza Martinelli, lo scorso sabato 10 giugno, per costruire piccoli progetti capaci di trasmettere quali siano i loro desideri per Como e il suo futuro.

I sogni delle famiglie per la città

Spazi più aperti, funzionali e a misura di bambino, adatti a creare nuove modalità e occasioni di socialità: le famiglie hanno costruito strade sovraelevate con pannelli in plexiglass, grandi sfere con all’interno fabbriche per depurare l’aria prima di immetterla nell’ambiente circostante, case e palazzi distanziati tra loro e con tanti spazi aperti per biciclettate e gioco. E intorno alla “città modello” dei tubi di gomma, a simboleggiare le strade per tenere la viabilità e l’inquinamento che ne deriva lontana da case e parchi. Se la immaginano così la loro Como ideale queste cento famiglie e l’hanno rappresentata a partire da materiali di recupero e avanzi industriali.

L’iniziativa è partita da una scuola dell’infanzia

L’iniziativa “La città che vorrei” è stata curata e proposta dalla Scuola dell’Infanzia “Gianni Rodari” di Via Zezio (Istituto Comprensivo Como Centro Città) per tre edizioni: le due precedenti si sono svolte prima della pandemia. L’evento è statp condotto in accordo con la metodologia appresa dalle insegnanti della scuola di Via Zezio durante la formazione specifica, basata su due i capisaldi: da un lato il riuso dei materiali nelle attività educative, con finalità artistiche, logiche e di progettazione spaziale, dall’altro l’osservazione, la verbalizzazione e la documentazione a cura delle insegnanti.

Divisi in tre postazioni diverse, con a disposizione componenti di legno, plastica, metallo, ceramica e stoffa, i bambini hanno realizzato ciascuno il proprio piccolo, personalissimo plastico. Hanno poi raccontato e spiegato cosa avevano rappresentato, mentre i genitori disegnavano il progetto a carboncino. Tutte le “città che vorrei” sono state affisse all’esterno della cancellata, per renderle pubbliche e fruibili da tutta la cittadinanza.

Entusiasti i rimandi di chi ha partecipato all’esperienza, che ha richiesto il coinvolgimento tanto dei piccoli quanto dei grandi ed ha riempito di nuovo significato Piazza Martinelli, evidenziandone le grandi potenzialità. Tanti genitori hanno espresso l’esigenza di nuovi spazi e nuove modalità per favorire la socialità tra le famiglie e di proposte ludico-educative al di fuori dei contesti scolastici. Presenti anche l vicesindaco Nicoletta Roperto e Enrico Colombo, assessore alla cultura e al turismo, che sono intervenuti in due momenti diversi. L’iniziativa si è svolta con il benestare del Comune di Como.

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