Como, la lettera dopo il delitto
«Dio mi perdoni»

Albate: Armando Molteni ha scritto ai figli un messaggio per spiegare i motivi del gesto: «Non ce la faccio più». L’ex vigile urbano è definitivamente fuori pericolo ma resta ricoverato al Sant’Anna, piantonato dalla polizia

Como

«Cristina, Massimo... perdonatemi se potete». Armando Molteni, l’ex vigile urbano che venerdì scorso ha ucciso la moglie con una coltellata alla gola perché, esasperato dalla malattia della donna, Annamaria Radice, 76 anni, «non ce la facevo più», aveva scritto una lettera indirizzata ai figli subito dopo il delitto. Una confessione e una richiesta di perdono che, nelle intenzioni del pensionato - piantonato dalla polizia all’ospedale Sant’Anna - doveva essere anche una lettera d’addio. Il pensionato è stato infatti trovato - e soccorso - dal figlio nel bagno di casa: dopo aver ucciso la moglie aveva infatti tentato di togliersi lui stesso la vita.

Il dolore, la richiesta di perdono

La lettera dell’uomo è finita negli atti della Procura, che ha aperto un’inchiesta ipotizzando - per ora - il reato di omicidio premeditato. In quella confessione e richiesta di perdono Molteni spiegava ai figli della sua paura legata alla malattia della moglie, della sua stanchezza per una situazione che sentiva di non poter più gestire. Difficoltà forse più emotive che reali, visto che i due anziani erano tutto tranne che abbandonati a loro stessi. La presenza quotidiana, amorevole, fattuale di entrambi i figli è una circostanza confermata agli inquirenti da vicini di casa e amici.

Per ora Armando Molteni resta ricoverato all’ospedale Sant’Anna. La Procura ha chiesto e ottenuto una misura cautelare agli arresti domiciliari presso il nosocomio di San Fermo in attesa di comprendere la prognosi e, quando arriveranno le dimissioni dall’ospedale, l’indicazione di un altro luogo dove poter procedere con la misura cautelare. Di sicuro l’ex vigile non andrà in carcere, vista l’età, oltre che le condizioni di salute. 

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