Como: ripetizioni, 700mila euro di nero
Il sindacato: «Evadono tutti»

La stima del business delle lezioni private a Como solo per il recupero dei debiti - Beffato chi ha cercato di pagare le tasse. La resa del sindacato

Le ripetizioni d’estare nel comasco creano un giro da 700mila euro, praticamente tutti in nero. I docenti dovrebbero chiedere il permesso ai presidi e aprire la partita iva, senza voucher le associazioni in regola faticano ad offrire lezioni nel rispetto della legge.

Le scuole superiori comasche, solo quelle statali, quest’anno hanno rimandato a settembre un bacino di 4mila studenti, in città i giudizi in sospeso riguardano circa il 26% degli alunni. Da qui a settembre molte famiglie pagheranno per mandare i figli a ripetizione. Non tutti possono permetterselo, non tutti ne hanno bisogno, ma è lecito stimare, come del resto calcola la Fondazione Einaudi, che due terzi dei rimandati facciano ricorso a questo aiuto in maniera più o meno occasionale.

La spesa complessiva nella provincia di Como per le ripetizione quest’estate supererà quota 650mila euro. Quanti pagano le tasse? «Non lo fa nessuno, bisognerebbe aprire una partita iva – dice Salvo Gerardo, segretario di Uil Scuola Como – ed avere anche il consenso scritto del preside. Anche se gli insegnanti fanno le ripetizioni non ad un proprio alunno devono avere il nulla osta, perché è una prestazione lavorativa fuori dal normale contratto statale. Quindi servirebbe anche rilasciare una regolare fattura. Tutto questo ha un costo, è infattibile. Sappiamo che non è giusto e lo ribadiamo, ma non esistono strumenti alternativi».

L’approfondimento su La Provincia in edicola giovedì 6 luglio

© RIPRODUZIONE RISERVATA